Tra le parentesi indico il testo di 7Q5:
ου γαρ
συνηκαν επι τοις αρτοις,
αλλ ην α <υτων η> καρδια πεπωρω-
μεν <η. και δι> απερασαντες
ηλθον εις γε <ννησ> αρετ και
προσωρμισ <θησα> ν. και εξελ-
θοντων αυτων εκ του πλοιου ευθυς
επιγνοντες αυτον.
Traduzione:
perché non avevano
capito il fatto dei pani,
essendo il loro cuore indurito.
Compiuta la traversata,
approdarono e presero terra a Genèsaret.
Appena scesi dalla barca,
la gente lo riconobbe;
Aggiornamento:@ Demonologo : ok,potrebbe essere,ma come si coniuga col libro di Enoch? Qual è l'esatta ricostruzione? Me la riporti per favore così concludiamo l'indagine a vantaggio di tutti ?
Copyright © 2024 QUIZSILO.COM - All rights reserved.
Answers & Comments
Verified answer
Ciao!
La discussione va avanti dal 1972 e c’è solo un accordo apparente sul fatto che i rotoli non siano cristiani. A molti studiosi del Nuovo Testamento, convinti che il Vangelo secondo Marco non sarebbe mai potuto arrivare nella comunità essena di Qumran in una data così antica, se ne oppongono altri che giudicano questo fatto non solo possibile, ma anzi plausibile. Importanti papirologi attribuiscono il frammento 7Q5 al Vangelo di Marco e fra essi va citato l’israeliano Shemaryahu Talmon, uno dei membri del comitato scientifico che sovrintende alla pubblicazione dei manoscritti del Mar Morto, il quale ha difeso pubblicamente la natura cristiana della grotta 7. L’ultima e decisiva parola sull’identificazione sembra essere stata nel 1994 quella di Orsolina Montevecchi, presidente onorario dell’Associazione Internazionale dei Papirologi e una dei più grandi papirologi del nostro tempo. Essa riassume in una frase il tutto: «Non credo possano esserci dubbi circa l’identificazione del 7Q5». Ciononostante alcuni studiosi si rifiutano di riconoscere che il frammento faccia parte del Vangelo di Marco. Essi sono, in maggioranza, più studiosi del Nuovo Testamento che papirologi e continuano accanitamente a negare che 7Q5 sia il solo rotolo di papiro esistente del Vangelo secondo Marco, che fu scritto prima del 68 d.C. quasi certamente il 42 d.C.
il frammento 7Q5, presentava nella quarta linea una rara e curiosa combinazione di lettere: nu/nu/eta/sigma. Questa combinazione di lettere aveva suggerito al primo editore la lettura egennesen cioè “generò” e l’idea che si trattasse di un testo genealogico. Questa supposizione si scontrava, tuttavia, col fatto che un testo simile, non esisteva nella letteratura greca e non. A questo punto entrò in gioco la notevolissima capacità deduttiva di O’Callaghan, il quale, dopo aver pensato ad altre parole greche in cui fosse presente la sequenza di lettere nu/nu/eta/sigma e aver concluso quelle che non si attagliavano al contesto, ebbe l’idea di provare col nome del famosissimo lago di Gennesaret di Galilea. Cioè, escludi l’improbabile e il probabile verrà fuori da sé.
C’è un solo versetto in tutta la Settanta greca dove il nome del lago è scritto in maniera tale che si verificasse la combinazione nu/nu/eta/sigma. Il versetto si trova nel libro Primo Maccabei 11:67 che legge Gennesar. Altrimenti il lago è chiamato Chenereth o Chenara. Nessuna delle altre lettere presenti in 7Q5 coincideva, tuttavia, con 1 Maccabei 11:67. O’Callaghan è fortunatamente un papirologo piuttosto che uno studioso del Nuovo Testamento, cosicché non era pronto a escludere quelle scoperte testuali facendosi influenzare da argomenti ipotetici come l’affermazione che un testo del Nuovo Testamento non avrebbe potuto essere stato scritto prima del 68 d.C. in modo da trovarsi in Qumran e che non avrebbe potuto in ogni caso raggiungere gli Esseni. Così trovò la soluzione: un versetto dove Gennesaret era attestato e con il quale tutto il resto del frammento sembrava coincidere, cioè il passo di Marco 6:52-53 che così recita: «E sempre più dentro di loro si stupivano, perché non avevano capito il fatto dei pani: le loro menti erano chiuse. Compiuta la traversata, approdarono e presero terra a Gennesaret». Herbert Hunger, famoso papirologo austriaco, sottolinea maliziosamente l’ironia di questi versetti che anticipano la reazione del nostro secolo alla scoperta di O’Callaghan: «Le loro menti erano chiuse».
La moderna traduzione inglese a cui ci riferiamo è la New Jerusalem Bible. Gli editori di questa versione, così come altre, avendo compreso che il versetto 52 concludeva un racconto mentre il versetto successivo ne cominciava un altro, lasciarono uno spazio bianco fra i due versetti. Gli scribi antichi per far questo, evidenziavano una lettera sul margine sinistro, come nel Papiro Magdalen o due lettere, come nel Papiro P4 di Parigi o ancora lasciavano dello spazio ― il cosiddetto spatium ― fra due versetti importanti. E il vuoto in 7Q5 nella riga 5 ha la stessa funzione della riga bianca e dell’inizio di un nuovo paragrafo. Sia l’attestazione Gennesaret sia la presenza di questo spatium si attagliano, pertanto, perfettamente a Marco 6:52-53. E c’è di più; la prima parola dopo il vuoto è la leggibilissima parola greca kai (e) che sta all’inizio di Marco 6:52-53. Utile è anche, in via indiretta, l’affermazione che le frasi che cominciano per e, il cosiddetto e paratattico, sono tipiche del Vangelo secondo Marco. L’unica lettera leggibile prima del vuoto è infine una eta (); Marco 6:52-53 finisce proprio con una eta che è l’ultima lettera del perfetto passivo peporomene: «i loro cuori furono induriti» o secondo la traduzione New Jerusalem Bible, «le loro menti erano chiuse». Anche la sticometria, cioè il calcolo del numero medio di lettere per riga, conferma queste conclusioni.
[segue...]
Certamente 7Q5 è un frammento molto piccolo e consta di appena venti lettere, dieci delle quali danneggiate, disposte su cinque righe. Tuttavia questa situazione non rende impossibile l’identificazione. Frammenti più piccoli sono stati identificati senza che siano state sollevate delle obiezioni che in questo caso specifico servono per respingere una tesi che non si accorda con la loro formazione intellettuale.
Dunque il frammento di un rotolo papiraceo di un Vangelo esiste davvero: è un frammento chiamato 7Q5, proveniente dalla grotta 7 di Qumran, che contiene Marco 6:52-53. Esso deve essere datato a prima del 68 d.C. e potrebbe risalire al 50 d.C. Un altro frammento della grotta 7 di Qumran è stato invece identificato come 1 Timoteo 3:16-4:3. È conosciuto con la sigla 7Q4; e la sua identificazione con 1 Timoteo ha resistito a tutte le critiche, per quanto esse siano state assai marginali. Anche gli studiosi che hanno manifestato il loro scetticismo di fronte all’identificazione di 7Q5 sono convinti, infatti, che 7Q4 contenga realmente dei passi di Timoteo, questa identificazione è certa.
ciao
max
Si mente a riguardo di questo reperto per il semplice fatto che sarebbe testimone dell'assoluta VERIDICITA' non solo dell'esistenza di Gesù, ma anche della sua Divinità . Di conseguena dei Vangeli e dell'intera Bibbia.
Demonoogo: Sei tu sbagliarti, sono stati inseriti i frammenti in un computer e l'UNICA corrispondeza va in quel brano di Matteo.
Ora spiego il perché: quelle grotte furono sigillate con la fuga degli Esseni, nell'anno della distruzione del tempio. Ora chi viveva era contemporaneo di Gesù. Ci si ostina a pensare che la gente del tempo sia tata estremamente stupida, perché infatti non falsare i Vangeli se non avessero detto la verità ? Se perciò abbiamo la certezza cei Vangeli siano Veri allora non si può non dare per vera la Totaltà delle Sacre Scritture.
La variazione della lettera n-m è stata attestata non solo in questo testo, ma in moltissimi testi di quella regione.
La variazione della lunghezza per il semplice fatto che il Vangelo non è la Parola Discesa, perciò si è potuto tranquillamente aggiungere "verso la terra": per loro infatti era facile capire perché conoscevano la regione, ma noi come potevamo comprendere altrimenti?
grotta 7Q conteneva soltanto frammenti in lingua greca. A questa particolarità si aggiunge il fatto che, diversamente da tutte le altre grotte in cui i reperti sono pergamenacei, i testi sono su papiro, compilati solo da un lato, quindi provenienti da rotoli e non da codici. Esiste la certezza storica ed archeologica che le grotte di Qumran furono sigillate nel 68 d.C. a causa dell'invasione romana del territorio. Tutti i testi trovati sono perciò precedenti a questa data, in particolare secondo gli esperti di papirologia, lo stile “Zierstil” in cui sono scritti i papiri 7Q fissa la loro datazione tra il 50 a.C. e il 50 d.C.
Il papirologo O'Callaghan ritiene possibile identificare uno di questi frammenti, catalogato 7Q5, con il vangelo di Mc 6, 52-53: “In realtà non avevano ben capito il fatto dei pani perché il loro cuore era indurito. E avendo attraversato il lago verso terra giunsero a Genesaret e sbarcarono”. Se tale decifrazione risultasse plausibile si tratterebbe del più antico reperto del NT.
Il piccolo frammento 7Q5 contiene in 5 righe solo 9 lettere sicure, le altre risultano di difficile interpretazione offrendo diverse possibilità .
A favore della tesi che il frammento appartenga al vangelo di Marco starebbe il fatto che, nel contesto sticometrico, l'unico testo conosciuto che corrisponda, dato un numero di lettere più o meno uguale per ogni riga, è Mc. 6, 52-53 ed il fatto che, nella quarta riga, la rara successione delle lettere “ni ni eta sigma” sarebbe identificabile con il nome Genesaret in Mc 6,52-53.
Gli stessi difensori della tesi affermano, però, che, perché essa stia in piedi, in primo luogo una lettera dubbia della seconda riga deve essere identificata come la lettera “ni”, in secondo luogo una lettera della terza riga deve essere uno “iota”, anche se vi è una linea curva, dovuta, però, ad una sfilacciatura del papiro, in terzo luogo bisogna supporre il cambio d'iniziale da “d” in “t” del verbo greco “attraversare”, in quarto luogo il testo deve aver omesso, per mancanza di spazio, il complemento di direzione “verso terra”, espressione presente nel frammento di Marco, infine, bisogna supporre uno spazio prima del “kai” che indicherebbe proprio l'inizio di un nuovo paragrafo.
Gli argomenti contrari affermano che più il frammento è piccolo più l'identificazione deve basarsi almeno su di un elemento indubitabile e senza supporre irregolarità nel testo. La sequenza delle quattro lettere “ni ni eta sigma” è poco indicativa perché, ad esempio, solo nel NT vi sono 116 combinazioni delle 4 lettere in tale successione ed esse non riferiscono al nome “Genesaret”, ma al verbo molto più comune “generare”.
Inoltre contestano la lettura della lettera “ni” alla seconda riga e della lettera “iota” nella terza. Infine il cambio di “d” in “t” si riscontrerebbe solo in pochi casi e sarebbe da dimostrare anche la scelta del copista dell'omissione di “verso terra”. La conclusione di questi studiosi è che l'ipotesi non possieda prove fondanti.
La ricerca scientifica su 7Q5 rimane aperta: l'ipotesi di O'Callaghan non è impossibile, ma, sebbene non si sia trovato un testo alternativo conosciuto che corrisponda al frammento, anche l'attribuzione a Marco risulta molto precaria.
saluti
la tua si chiama disonestà intellettuale!
nel frammento non sta scritto quello che hai tradotto tu, ma quello che i cristiani vorrebbero che ci fosse scritto, infatti nel frammento è scritto TESTUALMENTE solo:
Ï ÏÏν η
η και δι
ννηÏ
θηÏαν
Traslitterazione:
T w I A
H K A I T w
N N H C
q H E C
Ecco il frammento incriminato:
http://digilander.libero.it/Hard_Rain/7Q5/7Q5_1_fi...
molti pensano che in realtà appartenga a un frammento del Libro di Enoch, come fu già accertato per il 7Q4 (anche se alcuni obiettano appartenga a Timoteo), e che quindi i frammenti delle grotte di Qumran appartengano a scritti vetero e non neo-testamentari.
-------------------------
Giacomo, invece di dire stronzate, in che modo il frammento dovrebbe sostenere la divinità di gesu, e confermare (che cosa e in base a cosa?), la Bibbia?
----------------------------
Pneuma : non si sa a che brano di Enoch appartenga. è solo un'ipotesi.
Ma visto che gli altri frammenti analoghi a 7Q5 appartengono a Enoch, non ci sono ragioni Filologiche per dubitare il contrario.
In ogni caso il papiro è così piccolo e di così scarsa qualità che persino l'identificazione delle singole lettere è molto difficile.
le tesi che sostengono che il 7Q5 non possa appartenere a Marco sono:
che nel testo di Marco 6,52-53, al posto della lettera delta del 7Q5 alla linea 3 vi è una tau.
Questa variante non compare in alcun'altra copia nota di questo passo.
Che esaminando la lunghezza delle righe di testo, si deve assumere che le parole epi ten gen, "verso la terra" furono omesse sul papiro.
Anche questa variante non compare in alcuna copia nota di Marco 6,52-53.
Che lo spazio presente prima del kai è una violazione della scriptio continua presente in praticamente TUTTI i Codici e Papiri Neotestamentari.
Che i biblisti in genere non ammettono che il Vangelo di Marco potesse essere già stato composto nel 50 (la datazione più tarda possibile del frammento). I frammenti di Marco conosciuti sono pochissimi e tutti più tardi rispetto agli altri. Il testimone più antico dei versetti 6,52-53, addirittura, è solo il Codice vaticano del IV secolo.
Il vero problema dell'attribuzione di 7Q5 a Marco non sono tanto le singole contestazioni di cui sopra che, singolarmente prese sono tutte spiegabili e note in papirologia, ma piuttosto il fatto che così tante eccezioni dovrebbero coesistere in un frammento di dieci lettere appena.
Ciao