L' autore dice di essere Salomone, figlio di Davide. Qoelet è un titolo e significa "predicatore" ossia colui che insegna principi di verità. Salomone visse attorno al 800 a.C.
Naturalmente non c'è modo di stabilire con certezza se l' autore sia davvero Salomone e un altro, così ciascun commentatore si fa le sue idee e le spaccia per verità.
Il testo contiene molti insegnamenti: il principale è che "sotto il sole" ossia se si guarda solo questa vita mortale, ignorando il lato divino della vita, tutto è vano e senza senso. Anche la vita è inutile, perché finisce con la morte. "Tutto è vanità, sotto il sole".
Questo libro dovrebbe essere stato scritto da Qoelet (figlio di Davide) poco dopo il 250 a. Cr. ma l’autore, per dargli maggiore importanza, ha attribuito la sua paternità a Salomone, vissuto settecento anni prima: così almeno commenta la C.E.I.
IL LIBRO di Ecclesiaste fu scritto per uno scopo nobile. Salomone, in qualità di condottiero di un popolo dedicato a Geova, aveva la responsabilità di mantenerlo unito e fedele alla propria dedicazione. Egli cercò di adempiere questa responsabilità mediante i saggi consigli di Ecclesiaste.
2 In Ecclesiaste 1:1 Salomone si definisce il “congregatore”. In ebraico il termine è Qohèleth, e nella Bibbia ebraica il libro ha questo nome. La Settanta greca usa il titolo Ekklesiastès, che significa “membro di un’ecclesia (congregazione; assemblea)”, da cui deriva l’italiano Ecclesiaste. Comunque, Qohèleth è più appropriatamente tradotto “Il congregatore”, e questa è anche una designazione più adatta a Salomone. Indica lo scopo per cui egli scrisse il libro.
6 Come possiamo essere sicuri che Ecclesiaste è ‘ispirato da Dio’? Alcuni potrebbero mettere in dubbio la sua ispirazione per il fatto che non menziona nemmeno una volta il nome divino, Geova. Comunque, esso sostiene di certo la vera adorazione di Dio, e usa ripetute volte l’espressione haʼElohìm, “il vero Dio”. Un’altra obiezione potrebbe essere che non ci sono citazioni dirette di Ecclesiaste negli altri libri della Bibbia. Comunque, gli insegnamenti presentati e i princìpi esposti nel libro sono del tutto in armonia con il resto delle Scritture. Il commentario di Clarke dichiara: “Il libro intitolato Koheleth, o Ecclesiaste, è stato sempre accettato, sia dagli ebrei che dalla chiesa cristiana, come scritto sotto l’ispirazione dell’Onnipotente; ed è stato legittimamente ritenuto parte del sacro canone”. — Commentary
Lo scrittore del libro biblico di Ecclesiaste fu il re Salomone. Quest’uomo è realmente esistito, circa tremila anni fa e nel libro di Ecclesiaste descrisse la sua ricerca della felicità . (Eccl. 1:13)
Dalla vita di Salomone possiamo imparare molto. La sapienza espressa nel libro di Ecclesiaste ci può aiutare ad avere degli obiettivi che daranno vero significato alla nostra vita.
Per sottolineare che esiste il pericolo di sprecare la propria vita, Salomone in Ecclesiaste usa una trentina di volte la parola “vanità ”. Il termine ebraico tradotto “vanità ” dà l’idea di qualcosa di vuoto, futile, fugace o privo di senso e di sostanza. (Eccl. 1:2, 3)A volte Salomone usa parallelamente la parola “vanità ” e l’espressione “correr dietro al vento”. (Eccl. 1:14; 2:11)
Ovviamente ogni tentativo di afferrare il vento sarebbe inutile. Chiunque ci provasse rimarrebbe a mani vuote. Perseguire obiettivi poco saggi si rivelerebbe altrettanto frustrante.
 La Bibbia ci esorta a decidere saggiamente fin dalla giovinezza come usare la nostra vita. Così ci risparmieremo frustrazioni in seguito. (Eccl. 12:1)Che tristezza se sciupassimo gli anni migliori della nostra vita correndo dietro alle attrazioni di questo mondo, solo per scoprire che non hanno più consistenza del vento!
 Come ogni padre amorevole, Geova vuole che ci godiamo la vita, facciamo il bene e ci evitiamo inutili dispiaceri. (Eccl. 11:9, 10)
Salomone non stava dicendo che nascita e morte siano predestinate. Voleva invece dire che le nascite e le morti, come molte cose della vita, si ripetono. à vero, nella vita ci sono alti e bassi. “C’è un tempo . . . per piangere e un tempo per ridere”, dice Salomone. Gli avvenimenti che si susseguono e le disgrazie impreviste, spiega, fanno parte della vita, sono tipiche di “ogni faccenda sotto i cieli”. (Ecclesiaste 3:1-8; 9:11, 12) La sua conclusione quindi è di non essere così assorbiti dalle faccende quotidiane da trascurare il Creatore. — Ecclesiaste 12:1, 13.
@Kattolico: la CEI dice così? bene allora, peggio di quanto pensassi!
Ecco la realtà su Ecclesiaste:
In Ecclesiaste 1:1 Salomone si definisce il “congregatore”. In ebraico il termine è Qohèleth, e nella Bibbia ebraica il libro ha questo nome. La Settanta greca usa il titolo Ekklesiastès, che significa “membro di un’ecclesia (congregazione; assemblea)”, da cui deriva l’italiano Ecclesiaste. Comunque, Qohèleth è più appropriatamente tradotto “Il congregatore”, e questa è anche una designazione più adatta a Salomone. Indica lo scopo per cui egli scrisse il libro.
Il libro indica che fu scritto a Gerusalemme, dicendo che il congregatore era re “a Gerusalemme”. Dev’essere stato scritto prima del 1000Â a.E.V., in un periodo abbastanza inoltrato del regno di 40Â anni di Salomone, dopo che egli aveva compiuto molte imprese menzionate nel libro, ma prima che cadesse nell’idolatria. Per quel tempo egli avrebbe acquistato notevole conoscenza delle occupazioni di questo mondo e di come esso ricerca vantaggi materiali. In quel tempo sarebbe stato ancora nel favore di Dio e sotto la Sua ispirazione.
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L' autore dice di essere Salomone, figlio di Davide. Qoelet è un titolo e significa "predicatore" ossia colui che insegna principi di verità. Salomone visse attorno al 800 a.C.
Naturalmente non c'è modo di stabilire con certezza se l' autore sia davvero Salomone e un altro, così ciascun commentatore si fa le sue idee e le spaccia per verità.
Il testo contiene molti insegnamenti: il principale è che "sotto il sole" ossia se si guarda solo questa vita mortale, ignorando il lato divino della vita, tutto è vano e senza senso. Anche la vita è inutile, perché finisce con la morte. "Tutto è vanità, sotto il sole".
Salomone,..anche Qohelet é un suo nome in codice.
Questo libro dovrebbe essere stato scritto da Qoelet (figlio di Davide) poco dopo il 250 a. Cr. ma l’autore, per dargli maggiore importanza, ha attribuito la sua paternità a Salomone, vissuto settecento anni prima: così almeno commenta la C.E.I.
decolores
Scrittore: Salomone
Dove fu scritto: Gerusalemme
Quando fu completato: Prima del 1000 a.E.V.
IL LIBRO di Ecclesiaste fu scritto per uno scopo nobile. Salomone, in qualità di condottiero di un popolo dedicato a Geova, aveva la responsabilità di mantenerlo unito e fedele alla propria dedicazione. Egli cercò di adempiere questa responsabilità mediante i saggi consigli di Ecclesiaste.
2 In Ecclesiaste 1:1 Salomone si definisce il “congregatore”. In ebraico il termine è Qohèleth, e nella Bibbia ebraica il libro ha questo nome. La Settanta greca usa il titolo Ekklesiastès, che significa “membro di un’ecclesia (congregazione; assemblea)”, da cui deriva l’italiano Ecclesiaste. Comunque, Qohèleth è più appropriatamente tradotto “Il congregatore”, e questa è anche una designazione più adatta a Salomone. Indica lo scopo per cui egli scrisse il libro.
3 In che senso il re Salomone fu un congregatore, e a che scopo congregò? Egli fu un congregatore del suo popolo, gli israeliti, e dei loro compagni, i residenti temporanei. Congregò tutti questi per l’adorazione del suo Dio, Geova. In precedenza aveva edificato il tempio di Geova a Gerusalemme, e quando questo era stato dedicato li aveva convocati o congregati tutti per adorare Dio. (1 Re 8:1) Ora, per mezzo di Ecclesiaste, cercò di congregare il suo popolo perché compisse opere meritorie e stesse lontano dalle opere vane e infruttuose di questo mondo. — Eccl. 12:8-10.
6 Come possiamo essere sicuri che Ecclesiaste è ‘ispirato da Dio’? Alcuni potrebbero mettere in dubbio la sua ispirazione per il fatto che non menziona nemmeno una volta il nome divino, Geova. Comunque, esso sostiene di certo la vera adorazione di Dio, e usa ripetute volte l’espressione haʼElohìm, “il vero Dio”. Un’altra obiezione potrebbe essere che non ci sono citazioni dirette di Ecclesiaste negli altri libri della Bibbia. Comunque, gli insegnamenti presentati e i princìpi esposti nel libro sono del tutto in armonia con il resto delle Scritture. Il commentario di Clarke dichiara: “Il libro intitolato Koheleth, o Ecclesiaste, è stato sempre accettato, sia dagli ebrei che dalla chiesa cristiana, come scritto sotto l’ispirazione dell’Onnipotente; ed è stato legittimamente ritenuto parte del sacro canone”. — Commentary
Lo scrittore del libro biblico di Ecclesiaste fu il re Salomone. Quest’uomo è realmente esistito, circa tremila anni fa e nel libro di Ecclesiaste descrisse la sua ricerca della felicità . (Eccl. 1:13)
Dalla vita di Salomone possiamo imparare molto. La sapienza espressa nel libro di Ecclesiaste ci può aiutare ad avere degli obiettivi che daranno vero significato alla nostra vita.
Salomone spiega che Dio creò una quantità infinita di cose belle sulla terra, cose talmente straordinarie che non ci stancheremo mai di studiare e ammirare. Triste a dirsi, possiamo a malapena iniziare a esplorare la creazione di Dio perché la nostra vita è troppo breve. (Eccl. 3:11)Questa triste realtà dovrebbe indurci a impiegare saggiamente la nostra vita.
Per sottolineare che esiste il pericolo di sprecare la propria vita, Salomone in Ecclesiaste usa una trentina di volte la parola “vanità ”. Il termine ebraico tradotto “vanità ” dà l’idea di qualcosa di vuoto, futile, fugace o privo di senso e di sostanza. (Eccl. 1:2, 3)A volte Salomone usa parallelamente la parola “vanità ” e l’espressione “correr dietro al vento”. (Eccl. 1:14; 2:11)
Ovviamente ogni tentativo di afferrare il vento sarebbe inutile. Chiunque ci provasse rimarrebbe a mani vuote. Perseguire obiettivi poco saggi si rivelerebbe altrettanto frustrante.
Quando scrisse Ecclesiaste, Salomone era uno degli uomini più ricchi della terra. Poteva permettersi qualsiasi cosa desiderasse. Infatti scrisse: “Qualunque cosa i miei occhi chiedessero non la tenni lontana da loro”. (Eccl. 2:10) Tuttavia scoprì che di per sé i beni materiali non danno appagamento. “Chi semplicemente ama l’argento non si sazierà di argento, né chi ama la ricchezza si sazierà delle entrate”, concluse Salomone. — Eccl. 5:10
 La Bibbia ci esorta a decidere saggiamente fin dalla giovinezza come usare la nostra vita. Così ci risparmieremo frustrazioni in seguito. (Eccl. 12:1)Che tristezza se sciupassimo gli anni migliori della nostra vita correndo dietro alle attrazioni di questo mondo, solo per scoprire che non hanno più consistenza del vento!
 Come ogni padre amorevole, Geova vuole che ci godiamo la vita, facciamo il bene e ci evitiamo inutili dispiaceri. (Eccl. 11:9, 10)
Fu scritta da Salomone, figlio di Davide.
Salomone non stava dicendo che nascita e morte siano predestinate. Voleva invece dire che le nascite e le morti, come molte cose della vita, si ripetono. à vero, nella vita ci sono alti e bassi. “C’è un tempo . . . per piangere e un tempo per ridere”, dice Salomone. Gli avvenimenti che si susseguono e le disgrazie impreviste, spiega, fanno parte della vita, sono tipiche di “ogni faccenda sotto i cieli”. (Ecclesiaste 3:1-8; 9:11, 12) La sua conclusione quindi è di non essere così assorbiti dalle faccende quotidiane da trascurare il Creatore. — Ecclesiaste 12:1, 13.
@Kattolico: la CEI dice così? bene allora, peggio di quanto pensassi!
Ecco la realtà su Ecclesiaste:
In Ecclesiaste 1:1 Salomone si definisce il “congregatore”. In ebraico il termine è Qohèleth, e nella Bibbia ebraica il libro ha questo nome. La Settanta greca usa il titolo Ekklesiastès, che significa “membro di un’ecclesia (congregazione; assemblea)”, da cui deriva l’italiano Ecclesiaste. Comunque, Qohèleth è più appropriatamente tradotto “Il congregatore”, e questa è anche una designazione più adatta a Salomone. Indica lo scopo per cui egli scrisse il libro.
3 In che senso il re Salomone fu un congregatore, e a che scopo congregò? Egli fu un congregatore del suo popolo, gli israeliti, e dei loro compagni, i residenti temporanei. Congregò tutti questi per l’adorazione del suo Dio, Geova. In precedenza aveva edificato il tempio di Geova a Gerusalemme, e quando questo era stato dedicato li aveva convocati o congregati tutti per adorare Dio. (1 Re 8:1) Ora, per mezzo di Ecclesiaste, cercò di congregare il suo popolo perché compisse opere meritorie e stesse lontano dalle opere vane e infruttuose di questo mondo. — Eccl. 12:8-10.
4 Benché Salomone non sia specificamente nominato, parecchi passi indicano in modo piuttosto chiaro che lo scrittore fu lui. Il congregatore si presenta come “figlio di Davide” che ‘divenne re su Israele a Gerusalemme’. Questo si poteva applicare soltanto al re Salomone, poiché i suoi successori a Gerusalemme regnarono solo su Giuda. Inoltre il congregatore scrive: “Io stesso sono cresciuto grandemente in sapienza più di chiunque sia stato prima di me a Gerusalemme, e il mio proprio cuore ha visto una gran quantità di sapienza e conoscenza”. (1:1, 12, 16) Ciò si addice a Salomone. Ecclesiaste 12:9 spiega che egli “ponderò e fece una completa ricerca, per mettere in ordine molti proverbi”. Il re Salomone pronunciò 3.000 proverbi.
Il libro indica che fu scritto a Gerusalemme, dicendo che il congregatore era re “a Gerusalemme”. Dev’essere stato scritto prima del 1000Â a.E.V., in un periodo abbastanza inoltrato del regno di 40Â anni di Salomone, dopo che egli aveva compiuto molte imprese menzionate nel libro, ma prima che cadesse nell’idolatria. Per quel tempo egli avrebbe acquistato notevole conoscenza delle occupazioni di questo mondo e di come esso ricerca vantaggi materiali. In quel tempo sarebbe stato ancora nel favore di Dio e sotto la Sua ispirazione.