La cavatina è un'aria musicale composta, per lo più, da un recitativo, da un adagio e da una cabaletta che l'artista canta "per presentarsi" al suo primo apparire in scena. Viene anche detta "aria cavata", cioè staccata dal resto della composizione per mettere in risalto, ad esempio, un sentimento affettuoso.
L'aria è un brano solistico, articolato in strofe o sezioni che si contrappone al recitativo, prendendo il sopravvento sul dialogo e sull'azione scenica e rappresentando, quindi, un momento "statico".
Da Wikipedia (la prox. volta cerca direttamente lì!).
In campo musicale per aria si intende un brano, quasi sempre per voce solista, articolato in strofe o sezioni. Nella storia dell'opera essa si contrappone a recitativo e rappresenta, sin dalle origini, un momento in cui la forma musicale, con le sue simmetrie e regole interne, prende il sopravvento sull'azione e sul dialogo. Di conseguenza, essa coincide normalmente con un momento drammaturgicamente statico, se non addirittura - specie nel primo Ottocento italiano - con un momento di sospensione del tempo durante il quale lo spettatore ha accesso all'intimo sentimento del personaggio. Altrettanto statico è l'impianto tonale. Non mancano tuttavia, specie nel genere buffo, le cosiddette arie d'azione.
La cavatina è l'aria con cui in un'opera lirica italiana ciascun personaggio, e quindi ciascun interprete, si presenta in scena. In voga soprattutto nell'Ottocento, è nota anche come aria di sortita.La struttura in due tempi della cavatina ottocentesca, nella quale si è voluto riconoscere il tratto formale caratteristico, è in realtà la forma tipica dell'aria nell'opera italiana del primo Ottocento. Semmai ciò che si richiede ad una cavatina è una scrittura vocale impegnativa, che consenta al cantante di sfoggiare le sue doti, presentandosi al pubblico nel modo migliore
La cavatina puo essere intesa come l' aria con la quale viene introdotto un personaggio nell' opera.
L'aria è un brano musicale che segue, come avviene nella poesia, degli schemi di ripetizione dei versi ( A B A B ).
Il duetto o terzetto, è un' aria a più voci.
La cabaletta è la parte finale di un' opera, che si differenzia dall' aria perchè spesso, tra una strofa e l' altra c' è un intercalare di un altro personaggio o del coro.
La cavatina è l'aria con cui in un'opera lirica italiana ciascun personaggio, e quindi ciascun interprete, si presenta in scena. In voga soprattutto nell'Ottocento, è nota anche come aria di sortita.
In campo musicale per aria si intende un brano, quasi sempre per voce solista, articolato in strofe o sezioni. essa coincide normalmente con un momento drammaturgicamente statico.
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La cavatina è un'aria musicale composta, per lo più, da un recitativo, da un adagio e da una cabaletta che l'artista canta "per presentarsi" al suo primo apparire in scena. Viene anche detta "aria cavata", cioè staccata dal resto della composizione per mettere in risalto, ad esempio, un sentimento affettuoso.
L'aria è un brano solistico, articolato in strofe o sezioni che si contrappone al recitativo, prendendo il sopravvento sul dialogo e sull'azione scenica e rappresentando, quindi, un momento "statico".
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In campo musicale per aria si intende un brano, quasi sempre per voce solista, articolato in strofe o sezioni. Nella storia dell'opera essa si contrappone a recitativo e rappresenta, sin dalle origini, un momento in cui la forma musicale, con le sue simmetrie e regole interne, prende il sopravvento sull'azione e sul dialogo. Di conseguenza, essa coincide normalmente con un momento drammaturgicamente statico, se non addirittura - specie nel primo Ottocento italiano - con un momento di sospensione del tempo durante il quale lo spettatore ha accesso all'intimo sentimento del personaggio. Altrettanto statico è l'impianto tonale. Non mancano tuttavia, specie nel genere buffo, le cosiddette arie d'azione.
La cavatina è l'aria con cui in un'opera lirica italiana ciascun personaggio, e quindi ciascun interprete, si presenta in scena. In voga soprattutto nell'Ottocento, è nota anche come aria di sortita.La struttura in due tempi della cavatina ottocentesca, nella quale si è voluto riconoscere il tratto formale caratteristico, è in realtà la forma tipica dell'aria nell'opera italiana del primo Ottocento. Semmai ciò che si richiede ad una cavatina è una scrittura vocale impegnativa, che consenta al cantante di sfoggiare le sue doti, presentandosi al pubblico nel modo migliore
La cavatina puo essere intesa come l' aria con la quale viene introdotto un personaggio nell' opera.
L'aria è un brano musicale che segue, come avviene nella poesia, degli schemi di ripetizione dei versi ( A B A B ).
Il duetto o terzetto, è un' aria a più voci.
La cabaletta è la parte finale di un' opera, che si differenzia dall' aria perchè spesso, tra una strofa e l' altra c' è un intercalare di un altro personaggio o del coro.
La cavatina è l'aria con cui in un'opera lirica italiana ciascun personaggio, e quindi ciascun interprete, si presenta in scena. In voga soprattutto nell'Ottocento, è nota anche come aria di sortita.
In campo musicale per aria si intende un brano, quasi sempre per voce solista, articolato in strofe o sezioni. essa coincide normalmente con un momento drammaturgicamente statico.