A Tokyo, in Giappone, è stato fondato il Centro di Educazione sull’Olocausto, che ha l’obiettivo di far conoscere ai giovani giapponesi la storia del genocidio più grande del mondo da parte di Hitler. La direttrice del Centro è Fumiko Ishioka che, per avere in prestito oggetti appartenuti a bambini ebrei da mostrare nel proprio centro, decide di scrivere ai Musei ebraici e ai Musei sull’Olocausto di tutto il mondo: Polonia, Germania, Stati Uniti e Israele.
Dopo qualche mese riceve dal Museo di Auschwitz un pacco contenente una calza e la scarpa di un bambino, un maglioncino, una confezione di gas letale Zyklon B e una valigia con scritto Hana Brady 16 maggio 1931 e Waisenkind che significa orfana.
La valigia suscita molto interesse nei bambini così Fumiko decide di andare in Europa per scoprire chi è Hana.
Dopo varie ricerche scopre che era una bellissima bambina di undici anni, viveva felice a Nove Mesto, un paesino della Cecoslovacchia, con i genitori e il fratello George fino a quando i genitori (prima la madre e poi il padre) furono arrestati e portati nei campi di concentramento. Rimasti soli i due ragazzi andarono a vivere dagli zii fino a quando anch’essi furono presi e portati a Theresienstadt, una città prigione dove venivano tenuti e sorvegliati gli ebrei. Da una parte i bambini e gli uomini e dall’altra le bambine e le donne.
Hana rimase a Theresienstadt per due anni, mentre suo fratello fu trasferito ad Est.
Dopo qualche settimana anche Hana con tante altre ragazze fu trasferita e, il 23 ottobre del 1944, arrivò ad Auschwitz e fu portata immediatamente, insieme alle altre ragazze, in una stanza dove morì con il gas letale.
Fumiko viene a sapere però che il fratello George si è salvato grazie al suo mestiere da idraulico e vive in Canada. Decide di scrivergli raccontandogli tutto e lui risponde inviando varie foto di Hana.
Da quel giorno Fumiko, George e sua figlia Lara Hana girano per il mondo per far conoscere questa triste storia.
La storia che racchiude questo libro è davvero fantastica e commovente. È raccontata talmente bene che mi è sembrato di viverla in prima persona e la cosa che mi è piaciuta maggiormente in Hana è che era molto legata alla famiglia e viveva di speranza.
Quando sono andato a Toronto ho trovato l’hotel su questo sito , te lo linko nel caso dovesse servirti , ho confrontato i prezzi con altri siti ed ho visto che è il più conveniente https://tr.im/1ZI7e
Questa bellissima città canadese è celebre per le ottime birre artigianali, la scena musicale, i festival e le bellezze naturali come il lago Ontario. Tutte le attrazioni principali sono perfettamente collegate dall'ottimo sistema di trasporti urbano, ma se preferite c‘è la possibilità camminare e visitare il PATH, il centro commerciale sotterraneo di Toronto che conta 28 km di viali e negozi.
Nel marzo del 2000 una vecchia valigia arriva nel piccolo museo dell'Olocausto di Tokyo, in Giappone. Sopra qualcuno ha scritto con della vernice bianca: Hana Brady, 16 maggio 1931, orfana. Chi era Hana? E che cosa le è successo? Fumiko Ishioka, la curatrice del museo, parte per l'Europa, destinazione Praga, sulle tracce di una bambina di tanti anni fa, che possedeva una valigia che è finita ad Auschwitz.
"Nel marzo del 2000 una vecchia e consumata valigia arriva al museo dell’olocausto di Tokio.
Sopra con la vernice bianca c’è scritto:
Hana Brandy
16 maggio 1931
Waiwsenkind, una parola tedesca che significa "orfana".
Fumiko e gli altri bambini che ricevono la valigia sanno che arriva dal campo di concentramento di Auschwitz, dove milioni di persone sono state uccise durante la seconda guerra mondiale.
Ma chi era Hana Brandy? Da dove veniva? Dove stava andando? Cosa c’era dentro la valigia? Come era diventata orfana?… sono tutte domande che hanno spinto Fumiko, organizzatrice del museo dell’olocausto a Tokio, a fare ricerche su ricerche per avere maggiori informazioni sulla bambina e sul terribile periodo dello sterminio degli ebrei.
Hana Brandy era una bambina di dieci anni, che aveva una vita felice a Nove Mesto, un paesino della Cecoslovacchia, insieme ai genitori e al fratello Gorge di quattro anni più grande di lei.
Amava ridere, pattinare, giocare, sciare, e sognava di diventare una brava insegnante.
Era una bambina come tutte le altre. La sua unica "colpa", se così si può definire, è di essere ebrea.
Un giorno la madre fu mandata in campo di concentramento… e dopo qualche mese anche il padre fu costretto ad allontanarsi. Hana e Gorge andarono a vivere a casa degli zii, (loro non erano ebrei), che rischiarono moltissimo ad accudirli, ma decisero di prendersi lo stesso quella responsabilità.
Questo non bastò; Hana e Gorge furono costretti ad andare in un primo campo di concentramento. Soffrirono molto, perché furono separati, ma avevano la possibilità di vedersi una volta alla settimana…. E questo bastava loro.
Poco prima Gorge e poi anche Hana vennero trasportati ad Auschwitz.
Il 27 gennaio 1945 i Russi liberarono il campo e Gorge ritornò a Nove Mesto per incontrare la famiglia.
Ma questo non avvenne… ricevette, infatti, la notizia che sia Hana che i suoi genitori erano stati uccisi.
Addolorato per la perdita dei famigliari iniziò a viaggiare, fino a quando si fermò a Toronto, si sposò ed ebbe tre figli maschi e una femmina, Lara Hana.
Aveva 72 anni, quando venne contattato, tramite una lettera, da Fumiko, che gentilmente lo pregava di dargli informazioni sulla vita di Hana.
Nel marzo 2001, Gorge, si reca a Tokio, al museo dell’olocausto, insieme alla figlia diciassettenne, e racconta tutta questa triste storia a Fumiko e alle Piccole Ali.
Hana è morta il 18 marzo 1944, il giorno stesso del suo arrivo ad Auschwitz.
Gorge ringraziò Fumiko, per aver realizzato il sogno di Hana: diventare una insegnante, perché con la sua esperienza, e la sua morte, era comunque riuscita a informare i bambini di tutto il Giappone della terribile morte di moltissime persone durante la seconda guerra mondiale
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Questa storia unisce il passato con il presente.
A Tokyo, in Giappone, è stato fondato il Centro di Educazione sull’Olocausto, che ha l’obiettivo di far conoscere ai giovani giapponesi la storia del genocidio più grande del mondo da parte di Hitler. La direttrice del Centro è Fumiko Ishioka che, per avere in prestito oggetti appartenuti a bambini ebrei da mostrare nel proprio centro, decide di scrivere ai Musei ebraici e ai Musei sull’Olocausto di tutto il mondo: Polonia, Germania, Stati Uniti e Israele.
Dopo qualche mese riceve dal Museo di Auschwitz un pacco contenente una calza e la scarpa di un bambino, un maglioncino, una confezione di gas letale Zyklon B e una valigia con scritto Hana Brady 16 maggio 1931 e Waisenkind che significa orfana.
La valigia suscita molto interesse nei bambini così Fumiko decide di andare in Europa per scoprire chi è Hana.
Dopo varie ricerche scopre che era una bellissima bambina di undici anni, viveva felice a Nove Mesto, un paesino della Cecoslovacchia, con i genitori e il fratello George fino a quando i genitori (prima la madre e poi il padre) furono arrestati e portati nei campi di concentramento. Rimasti soli i due ragazzi andarono a vivere dagli zii fino a quando anch’essi furono presi e portati a Theresienstadt, una città prigione dove venivano tenuti e sorvegliati gli ebrei. Da una parte i bambini e gli uomini e dall’altra le bambine e le donne.
Hana rimase a Theresienstadt per due anni, mentre suo fratello fu trasferito ad Est.
Dopo qualche settimana anche Hana con tante altre ragazze fu trasferita e, il 23 ottobre del 1944, arrivò ad Auschwitz e fu portata immediatamente, insieme alle altre ragazze, in una stanza dove morì con il gas letale.
Fumiko viene a sapere però che il fratello George si è salvato grazie al suo mestiere da idraulico e vive in Canada. Decide di scrivergli raccontandogli tutto e lui risponde inviando varie foto di Hana.
Da quel giorno Fumiko, George e sua figlia Lara Hana girano per il mondo per far conoscere questa triste storia.
La storia che racchiude questo libro è davvero fantastica e commovente. È raccontata talmente bene che mi è sembrato di viverla in prima persona e la cosa che mi è piaciuta maggiormente in Hana è che era molto legata alla famiglia e viveva di speranza.
Quando sono andato a Toronto ho trovato l’hotel su questo sito , te lo linko nel caso dovesse servirti , ho confrontato i prezzi con altri siti ed ho visto che è il più conveniente https://tr.im/1ZI7e
Questa bellissima città canadese è celebre per le ottime birre artigianali, la scena musicale, i festival e le bellezze naturali come il lago Ontario. Tutte le attrazioni principali sono perfettamente collegate dall'ottimo sistema di trasporti urbano, ma se preferite c‘è la possibilità camminare e visitare il PATH, il centro commerciale sotterraneo di Toronto che conta 28 km di viali e negozi.
Nel marzo del 2000 una vecchia valigia arriva nel piccolo museo dell'Olocausto di Tokyo, in Giappone. Sopra qualcuno ha scritto con della vernice bianca: Hana Brady, 16 maggio 1931, orfana. Chi era Hana? E che cosa le è successo? Fumiko Ishioka, la curatrice del museo, parte per l'Europa, destinazione Praga, sulle tracce di una bambina di tanti anni fa, che possedeva una valigia che è finita ad Auschwitz.
spero di esserti stato d'aiuto
ciao
"Nel marzo del 2000 una vecchia e consumata valigia arriva al museo dell’olocausto di Tokio.
Sopra con la vernice bianca c’è scritto:
Hana Brandy
16 maggio 1931
Waiwsenkind, una parola tedesca che significa "orfana".
Fumiko e gli altri bambini che ricevono la valigia sanno che arriva dal campo di concentramento di Auschwitz, dove milioni di persone sono state uccise durante la seconda guerra mondiale.
Ma chi era Hana Brandy? Da dove veniva? Dove stava andando? Cosa c’era dentro la valigia? Come era diventata orfana?… sono tutte domande che hanno spinto Fumiko, organizzatrice del museo dell’olocausto a Tokio, a fare ricerche su ricerche per avere maggiori informazioni sulla bambina e sul terribile periodo dello sterminio degli ebrei.
Hana Brandy era una bambina di dieci anni, che aveva una vita felice a Nove Mesto, un paesino della Cecoslovacchia, insieme ai genitori e al fratello Gorge di quattro anni più grande di lei.
Amava ridere, pattinare, giocare, sciare, e sognava di diventare una brava insegnante.
Era una bambina come tutte le altre. La sua unica "colpa", se così si può definire, è di essere ebrea.
Un giorno la madre fu mandata in campo di concentramento… e dopo qualche mese anche il padre fu costretto ad allontanarsi. Hana e Gorge andarono a vivere a casa degli zii, (loro non erano ebrei), che rischiarono moltissimo ad accudirli, ma decisero di prendersi lo stesso quella responsabilità.
Questo non bastò; Hana e Gorge furono costretti ad andare in un primo campo di concentramento. Soffrirono molto, perché furono separati, ma avevano la possibilità di vedersi una volta alla settimana…. E questo bastava loro.
Poco prima Gorge e poi anche Hana vennero trasportati ad Auschwitz.
Il 27 gennaio 1945 i Russi liberarono il campo e Gorge ritornò a Nove Mesto per incontrare la famiglia.
Ma questo non avvenne… ricevette, infatti, la notizia che sia Hana che i suoi genitori erano stati uccisi.
Addolorato per la perdita dei famigliari iniziò a viaggiare, fino a quando si fermò a Toronto, si sposò ed ebbe tre figli maschi e una femmina, Lara Hana.
Aveva 72 anni, quando venne contattato, tramite una lettera, da Fumiko, che gentilmente lo pregava di dargli informazioni sulla vita di Hana.
Nel marzo 2001, Gorge, si reca a Tokio, al museo dell’olocausto, insieme alla figlia diciassettenne, e racconta tutta questa triste storia a Fumiko e alle Piccole Ali.
Hana è morta il 18 marzo 1944, il giorno stesso del suo arrivo ad Auschwitz.
Gorge ringraziò Fumiko, per aver realizzato il sogno di Hana: diventare una insegnante, perché con la sua esperienza, e la sua morte, era comunque riuscita a informare i bambini di tutto il Giappone della terribile morte di moltissime persone durante la seconda guerra mondiale