Scusa ma mi sa che hai un po le idee confuse... "La rosa bianca" non è di Gabriele D'Annunzio, ma bensì di Attilio Bertolucci... ti consiglio di rivedere un po la letteratura...
La poesia di cui stai parlando è stata da lui scritta all'età di 22 anni ed inserita nella raccolta "Fuochi in novembre" un registro dei fondamentali legami affettivi (il desiderio di vivere, l’amore, la famiglia, la scoperta continua della bellezza) che immancabilmente venivano inquinati e sminuiti dalla sua paura per la morte e la percezione della fine inesorabile sempre incombente. La fortuna di tale raccolta fu che venne quasi subito recensita dal Montale che l'apprezzo molto.
LA ROSA BIANCA [pubblicata nel 1934, e nella raccolta "Fuochi in novembre"]
Coglierò per te
l'ultima rosa del giardino,
la rosa bianca che fiorisce
nelle prime nebbie.
Le avide api l'hanno visitata
sino a ieri,
ma è ancora così dolce
che fa tremare.
E' un ritratto di te a trent'anni,
un po' smemorata, come tu sarai allora.
La donna che nei versi resta celata è Ninetta Giovanardi, che il poeta sposerà e che sarà compagna di tutta la sua vita. Tale rosa bianca tardiva, diventa l'omaggio alla donna amata, fiorita nel cuore dell’autunno e resistita alle api bottinatrici e alle nebbie, nel poeta genera uno strano paragone con la ragazza: ne vede un ritratto futuro, spostato 10 anni avanti nel tempo; l’amata allora sarà trentenne, simile a quella rosa in tutta la sua dolcezza, avviata ad un tempo che non ricorda il passato, che vive del presente e del suo quotidiano.
In sintesi potremmo definire il Bertolucci con una semplice parafrasi "Uno dei più alti poeti del Novecento sulla cui pena della quotidianità incombe la morte...”
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Ciao,
Scusa ma mi sa che hai un po le idee confuse... "La rosa bianca" non è di Gabriele D'Annunzio, ma bensì di Attilio Bertolucci... ti consiglio di rivedere un po la letteratura...
La poesia di cui stai parlando è stata da lui scritta all'età di 22 anni ed inserita nella raccolta "Fuochi in novembre" un registro dei fondamentali legami affettivi (il desiderio di vivere, l’amore, la famiglia, la scoperta continua della bellezza) che immancabilmente venivano inquinati e sminuiti dalla sua paura per la morte e la percezione della fine inesorabile sempre incombente. La fortuna di tale raccolta fu che venne quasi subito recensita dal Montale che l'apprezzo molto.
LA ROSA BIANCA [pubblicata nel 1934, e nella raccolta "Fuochi in novembre"]
Coglierò per te
l'ultima rosa del giardino,
la rosa bianca che fiorisce
nelle prime nebbie.
Le avide api l'hanno visitata
sino a ieri,
ma è ancora così dolce
che fa tremare.
E' un ritratto di te a trent'anni,
un po' smemorata, come tu sarai allora.
La donna che nei versi resta celata è Ninetta Giovanardi, che il poeta sposerà e che sarà compagna di tutta la sua vita. Tale rosa bianca tardiva, diventa l'omaggio alla donna amata, fiorita nel cuore dell’autunno e resistita alle api bottinatrici e alle nebbie, nel poeta genera uno strano paragone con la ragazza: ne vede un ritratto futuro, spostato 10 anni avanti nel tempo; l’amata allora sarà trentenne, simile a quella rosa in tutta la sua dolcezza, avviata ad un tempo che non ricorda il passato, che vive del presente e del suo quotidiano.
In sintesi potremmo definire il Bertolucci con una semplice parafrasi "Uno dei più alti poeti del Novecento sulla cui pena della quotidianità incombe la morte...”