Il risentimento degli Arabi e dei musulmani verso l'Occidente ha concrete cause storiche, che non c'entrano con le Crociate (come amano ripetere molti giornalisti, politologi e accademici italiani): le Crociate, infatti, si sono svolte dal 1096 al 1291, secoli fa, e hanno interessato un settore molto marginale e periferico del mondo islamico. Tra l'altro, si sono concluse con una decisiva vittoria musulmana e con la riconquista di Gerusalemme e della Terrasanta, a differenza della Reconquista spagnola della Penisola Iberica o della liberazione dei Balcani dal dominio turco ottomano nel corso del XIX secolo. Il risentimento degli Arabi ha motivi molto più recenti: all'indomani della fine della Prima Guerra Mondiale, e nel corso dei decenni precedenti, gli Stati europei cristiani (Francia, Italia, Spagna, Regno Unito, Paesi Bassi) avevano conquistato e occupato la maggior parte dei territori di fede islamica, istituendovi colonie o protettorati. Il dominio europeo sull'Africa settentrionale, sul Medio Oriente, sull'India, sull'Indonesia era durato sino al termine della Seconda Guerra Mondiale, quando iniziò il processo di decolonizzazione. Nel frattempo, le compagnie petrolifere britanniche, olandesi e statunitensi avevano scoperto e incominciato a sfruttare i giacimenti petroliferi e di gas naturale presenti in Iran, Iraq, Kuwait, Arabia Saudita, Algeria, esportandone milioni di barili e di metri cubi in cambio del pagamento di modeste royalties. La fondazione dello Stato d'Israele (1948) e la guerra del 1956 non hanno favorito la distensione fra gli Stati musulmani e gli Stati europei e occidentali, e l'ostilità reciproca non ha fatto che aggravarsi ancor di più dopo l'11 settembre 2001 e la "guerra al terrore" dichiarata dagli Stati Uniti, con l'invasione dell'Afghanistan (2001) e dell'Iraq (2003), con le varie "primavere arabe" e con la destituzione e l'uccisione di Muhammar Gheddafi (2011).
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Il risentimento degli Arabi e dei musulmani verso l'Occidente ha concrete cause storiche, che non c'entrano con le Crociate (come amano ripetere molti giornalisti, politologi e accademici italiani): le Crociate, infatti, si sono svolte dal 1096 al 1291, secoli fa, e hanno interessato un settore molto marginale e periferico del mondo islamico. Tra l'altro, si sono concluse con una decisiva vittoria musulmana e con la riconquista di Gerusalemme e della Terrasanta, a differenza della Reconquista spagnola della Penisola Iberica o della liberazione dei Balcani dal dominio turco ottomano nel corso del XIX secolo. Il risentimento degli Arabi ha motivi molto più recenti: all'indomani della fine della Prima Guerra Mondiale, e nel corso dei decenni precedenti, gli Stati europei cristiani (Francia, Italia, Spagna, Regno Unito, Paesi Bassi) avevano conquistato e occupato la maggior parte dei territori di fede islamica, istituendovi colonie o protettorati. Il dominio europeo sull'Africa settentrionale, sul Medio Oriente, sull'India, sull'Indonesia era durato sino al termine della Seconda Guerra Mondiale, quando iniziò il processo di decolonizzazione. Nel frattempo, le compagnie petrolifere britanniche, olandesi e statunitensi avevano scoperto e incominciato a sfruttare i giacimenti petroliferi e di gas naturale presenti in Iran, Iraq, Kuwait, Arabia Saudita, Algeria, esportandone milioni di barili e di metri cubi in cambio del pagamento di modeste royalties. La fondazione dello Stato d'Israele (1948) e la guerra del 1956 non hanno favorito la distensione fra gli Stati musulmani e gli Stati europei e occidentali, e l'ostilità reciproca non ha fatto che aggravarsi ancor di più dopo l'11 settembre 2001 e la "guerra al terrore" dichiarata dagli Stati Uniti, con l'invasione dell'Afghanistan (2001) e dell'Iraq (2003), con le varie "primavere arabe" e con la destituzione e l'uccisione di Muhammar Gheddafi (2011).