Ai tempi dell’antica Grecia, la morale del mito era chiara: nessuno può vincere il destino. Lo stesso tema si trova in molti altri racconti della cultura greca: ad Achille, un semidio, non bastò la forza bruta per salvarsi dalla freccia di Paride; Polifemo, un dio, non riuscì ad impedire ad Odisseo di tornare a casa nonostante la sua condizione celeste; allo stesso modo ad Orfeo, un uomo, non bastarono la poesia e la canzone per salvare dalla morte Euridice, nonostante fossero favorevoli gli stessi dèi.
Ma la bellezza di questo mito (e forse di tutti i miti antichi) dipende proprio dal significato che assume: sebbene ora sia inconcepibile pensare al destino, è possibile dare altre interpretazioni al mito che si possano applicare alla vita moderna. Un cantautore contemporaneo, Roberto Vecchioni, ha colto tutto ciò e ne ha fatto una canzone, intitolata “Euridice”, che racconta la storia dal punto di vista di Orfeo e suggerisce alcuni significati che si potrebbero attribuire al mito.
La situazione iniziale, di Orfeo ed Euridice che vivono insieme felicemente, può rappresentare sia la situazione in cui la persona a cui si tiene (Euridice) è ancora in vita, sia la felicità dovuta ad un amore che non subisce intoppi; il morso del serpente, invece, rappresenta la rottura dell’equilibrio, con la morte della persona cara oppure la fine dell’amore; il successivo viaggio negli inferi di Orfeo, ed il suo canto disperato e dolcissimo rivolto agli dei, si possono considerare la disperazione dovuta alla perdita di qualcuno che ci è caro (e la sua mancata accettazione: Orfeo è convinto di poter riavere Euridice) oppure la speranza, spesso vana, di vedere l’amore rifiorire; ad un certo punto, però, è necessario rendersi conto, che si voglia o no, della fine: se Orfeo non riesce a salvare la sposa, noi non possiamo riportare indietro qualcuno che è scomparso, né far riprendere un amore oramai concluso; il mito si conclude tragicamente, con la mancata accettazione di Orfeo della realtà e la conseguente punizione degli dèi: allo stesso modo è possibile che ci si lasci prendere dallo sconforto e che non si accetti la morte di chi amavamo o che non ci si rassegni a vedere conclusa una storia d’amore.
PERSONALMENTE penso che il messaggio religioso sia di avere sempre fede in Dio perchè se Orfeo non avesse dubitato degli Dei e non si fosse voltato a vedere se Euridice era veramente acanto a lui, lei non sarebbe scomparsa. Orfeo doveva solo fidarsi di ciò che gli Dei gli avevano detto e girarsi a guardare Euridice solo alla fine del viaggio
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Secondo me che non si puo' vincere la morte
Ai tempi dell’antica Grecia, la morale del mito era chiara: nessuno può vincere il destino. Lo stesso tema si trova in molti altri racconti della cultura greca: ad Achille, un semidio, non bastò la forza bruta per salvarsi dalla freccia di Paride; Polifemo, un dio, non riuscì ad impedire ad Odisseo di tornare a casa nonostante la sua condizione celeste; allo stesso modo ad Orfeo, un uomo, non bastarono la poesia e la canzone per salvare dalla morte Euridice, nonostante fossero favorevoli gli stessi dèi.
Ma la bellezza di questo mito (e forse di tutti i miti antichi) dipende proprio dal significato che assume: sebbene ora sia inconcepibile pensare al destino, è possibile dare altre interpretazioni al mito che si possano applicare alla vita moderna. Un cantautore contemporaneo, Roberto Vecchioni, ha colto tutto ciò e ne ha fatto una canzone, intitolata “Euridice”, che racconta la storia dal punto di vista di Orfeo e suggerisce alcuni significati che si potrebbero attribuire al mito.
La situazione iniziale, di Orfeo ed Euridice che vivono insieme felicemente, può rappresentare sia la situazione in cui la persona a cui si tiene (Euridice) è ancora in vita, sia la felicità dovuta ad un amore che non subisce intoppi; il morso del serpente, invece, rappresenta la rottura dell’equilibrio, con la morte della persona cara oppure la fine dell’amore; il successivo viaggio negli inferi di Orfeo, ed il suo canto disperato e dolcissimo rivolto agli dei, si possono considerare la disperazione dovuta alla perdita di qualcuno che ci è caro (e la sua mancata accettazione: Orfeo è convinto di poter riavere Euridice) oppure la speranza, spesso vana, di vedere l’amore rifiorire; ad un certo punto, però, è necessario rendersi conto, che si voglia o no, della fine: se Orfeo non riesce a salvare la sposa, noi non possiamo riportare indietro qualcuno che è scomparso, né far riprendere un amore oramai concluso; il mito si conclude tragicamente, con la mancata accettazione di Orfeo della realtà e la conseguente punizione degli dèi: allo stesso modo è possibile che ci si lasci prendere dallo sconforto e che non si accetti la morte di chi amavamo o che non ci si rassegni a vedere conclusa una storia d’amore.
PERSONALMENTE penso che il messaggio religioso sia di avere sempre fede in Dio perchè se Orfeo non avesse dubitato degli Dei e non si fosse voltato a vedere se Euridice era veramente acanto a lui, lei non sarebbe scomparsa. Orfeo doveva solo fidarsi di ciò che gli Dei gli avevano detto e girarsi a guardare Euridice solo alla fine del viaggio
amo questo mito :)