Galilei, nei primi anni delle sue scoperte astronomiche, non si pose esplicitamente il problema delle conseguenze teologiche delle scoperte fatte con il suo cannocchiale e di come quell'universo immenso, pieno di irregolarità, corruttibile, senza sfere perfette e senza nessun centro potesse essere in conflitto con la visione del mondo difesa dalla Chiesa Cattolica. Si noti ad esempio come nel "Sidereus Nuncius", in cui tali scoperte vengono comunicate per la prima volta al mondo, il problema fra scienza e fede non viene nemmeno discusso o menzionato.
Tale questione venne posta a Galilei dalle forti reazioni e polemiche che con il passare degli anni furono suscitate dalle sue scoperte e dal suo modo di indagare, basato sulla lettura diretta del libro della natura, senza ricorso all'autorità, sia essa aritotelica o teologica. Egli si vide costretto ad intervenire sulla questione del rapporto fra scienza e fede, sul concetto di verità, con lo scopo principale di difendere la propria autonomia di scienziato.
Il primo documento in cui Galilei affronta tale questione è una sua lettera al Padre Benedetto Castelli, nel 1613. Egli vi espone la sua concezione di cristiano e scienziato che rivendica l'autonomia della scienza dalla religione. Vi conclude che scienza e fede non interferiscono affatto, dato che lavorano su piani separati: la fede parla ed opera sul piano metafisico del mondo, mentre la scienza sul piano fisico.
Dovette difendersi poiché le sue scoperte contrastavano, apparentemente, con alcuni passi della Bibbia: nell'Antico Testamento si dice, infatti, che Dio tenne il Sole fermo per tre giorni per permettere a Giosuè e agli Ebrei di vincere sul nemico, mentre invece Galileo sosteneva che fosse la Terra a girare intorno al Sole. Galileo è un altro esempio di scienziato credente,a prescindere dalle persecuzioni della Chiesa nei suoi confronti.Chi era avverso a Galileo?Non la Chiesa in sè,ma gli uomini della Chiesa.Galileo nutriva fiducia verso le Sacre Scritture e la Chiesa,mettendole su un livello diverso rispetto alla Chiesa.Secondo Galileo era stupido pretendere che nella Bibbia ci fossero parole scientifiche,non essendo la Bibbia un trattato scientifico.
Purtroppo storicamente le religioni hanno portato morte e distruzione, inquisizioni torture stragi. Non a caso sono state definite l'oppio dei popoli o il cancro dell'umanità . In comune hanno solo la paura della morte e l'immortalità dell'anima data appunto dalla paura della morte purtroppo.
Galileo era uno scienzato cercava la verità di ogni cosa ma fu costretto ad abiurare cioè rinunciare alle sue ricerche per non morire x mano della Chiesa... un rapporto decisamente conflittuale
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Galilei, nei primi anni delle sue scoperte astronomiche, non si pose esplicitamente il problema delle conseguenze teologiche delle scoperte fatte con il suo cannocchiale e di come quell'universo immenso, pieno di irregolarità, corruttibile, senza sfere perfette e senza nessun centro potesse essere in conflitto con la visione del mondo difesa dalla Chiesa Cattolica. Si noti ad esempio come nel "Sidereus Nuncius", in cui tali scoperte vengono comunicate per la prima volta al mondo, il problema fra scienza e fede non viene nemmeno discusso o menzionato.
Tale questione venne posta a Galilei dalle forti reazioni e polemiche che con il passare degli anni furono suscitate dalle sue scoperte e dal suo modo di indagare, basato sulla lettura diretta del libro della natura, senza ricorso all'autorità, sia essa aritotelica o teologica. Egli si vide costretto ad intervenire sulla questione del rapporto fra scienza e fede, sul concetto di verità, con lo scopo principale di difendere la propria autonomia di scienziato.
Il primo documento in cui Galilei affronta tale questione è una sua lettera al Padre Benedetto Castelli, nel 1613. Egli vi espone la sua concezione di cristiano e scienziato che rivendica l'autonomia della scienza dalla religione. Vi conclude che scienza e fede non interferiscono affatto, dato che lavorano su piani separati: la fede parla ed opera sul piano metafisico del mondo, mentre la scienza sul piano fisico.
Dovette difendersi poiché le sue scoperte contrastavano, apparentemente, con alcuni passi della Bibbia: nell'Antico Testamento si dice, infatti, che Dio tenne il Sole fermo per tre giorni per permettere a Giosuè e agli Ebrei di vincere sul nemico, mentre invece Galileo sosteneva che fosse la Terra a girare intorno al Sole. Galileo è un altro esempio di scienziato credente,a prescindere dalle persecuzioni della Chiesa nei suoi confronti.Chi era avverso a Galileo?Non la Chiesa in sè,ma gli uomini della Chiesa.Galileo nutriva fiducia verso le Sacre Scritture e la Chiesa,mettendole su un livello diverso rispetto alla Chiesa.Secondo Galileo era stupido pretendere che nella Bibbia ci fossero parole scientifiche,non essendo la Bibbia un trattato scientifico.
Purtroppo storicamente le religioni hanno portato morte e distruzione, inquisizioni torture stragi. Non a caso sono state definite l'oppio dei popoli o il cancro dell'umanità . In comune hanno solo la paura della morte e l'immortalità dell'anima data appunto dalla paura della morte purtroppo.
Galileo era uno scienzato cercava la verità di ogni cosa ma fu costretto ad abiurare cioè rinunciare alle sue ricerche per non morire x mano della Chiesa... un rapporto decisamente conflittuale