Abito in una palazzina di soli 4 appartamenti. Io abito al secondo piano e sopra di me non ci abita nessuno. Sotto di me il proprietario ha messo un barbecue sul balcone e molto spesso la sera le domeniche il fumo sale e ormai non posso neanche affacciarmi o mangiare sul balcone tanto dal fumo e dalla puzza. C'é una legge che mi tutela ormai anche il bucato puzza di fumo.
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Answers & Comments
il tuo vicino è un coglionè di prima categoria...
digli che non si può accendere quel coso sul balcone xchè ti sale tutta la puzza, il fumo e anche quando è spento si sente odore.....ma poi non ha annerito tutti i muri quel cretino ?...digli di non accenderlo più e di tirarlo via.
chiama i vigili se non ci sente da quell'orecchio...chiamali quando è li che cucina le braciole in modo che lo colgono sul fatto.
Il barbecue dovrebbe essere acceso solo nei giardini o nelle campagne
il barbecue è permesso solo se ai vicini non arreca fastidio, quindi se te disturba lo devono rimuovere .
Se nel caso della costruzione di forni e camini (per esempio, il forno a legna di una pizzeria all’aperto), il codice civile all'art. 890 impone delle distanze minime prestabilite (ossia quelle indicate nei regolamenti comunali e, in mancanza, quelle necessarie a evitare danni alla salubrità e sicurezza), questa regola non vale invece per i barbecue. Ciò perché quest’ultimo non è, di regola, incorporato al suolo e non costituisce, quindi, una “fabbrica” nel significato inteso dal codice civile.
In verità, nel caso del barbecue si applica un’altra norma del codice art.844 la quale, invece, regola le immissioni di fumo, calore ed altre esalazioni. “Il proprietario di un fondo non può impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi”. Tale disposizione stabilisce che ogni proprietario di immobile deve tollerare tali disturbi (quali, appunto, potrebbero essere gli odori di arrosto o lo stesso fumo) purché rientrino nel limite della “normale tollerabilità”.
A questo punto, chi ci legge si aspetterebbe di sapere come si determina la soglia della “normale tollerabilità” e quando si può dire, in modo certo, che essa è stata superata.
Però non esiste un criterio univoco e prestabilito per determinare fino a quando si debba tollerare l’immissione di fumo, di rumori, calori, scuotimenti, ecc.
Ogni giudice, invece, è libero di decidere in autonomia, ossia in base a quanto egli ritenga giusto o meno.
Il codice, comunque, fissa dei minimi criteri di orientamento. In particolare, la norma dice che il magistrato esprime tale giudizio tenendo conto della “condizione dei luoghi”. Ciò significa che, a seconda che ci si trovi in campagna o in città, in una zona residenziale o urbana, tale giudizio potrebbe variare e la stessa fonte di disturbo potrebbe essere valutata in modo differente.
Si pensi, per esempio, a una campagna, dove l’odore di fumo proveniente dal terreno del vicino che stia bruciando delle foglie secche debba essere più tollerato rispetto, invece, all’ipotesi in cui ciò avvenisse nel cortile di un condominio.
Effettivamente le sentenze sono estremamente differenti se non addirittura opposte, tipo:
Giudice di pace di Torino Sez. II, con sentenza del 10/06/2010 dove i fumi vengono considerati deprimenti della qualità della vita e pertanto da bandire
“l’art. 844 del codice civile, in origine soprattutto orientato a tutelare le esigenze della produzione poste su un livello di importanza prevalente rispetto alla qualità della vita del privato, è progressivamente stato interpretato dalla giurisprudenza, anche della Suprema Corte, in senso contrario all’impostazione originaria che ne è risultata ribaltata privilegiando l’interesse della qualità della vita privata. I fumi e gli odori provenienti dal barbecue, vista la vicinanza e le immissioni che la cottura è in grado di sviluppare, sono in grado di provocare un “sensibile disturbo e disagio in un’abitazione privata e contribuiscono a deprimervi la qualità della vita”, rendendo quindi applicabile la fattispecie di cui all’art. 844 del codice civile”.
La Cassazione, con sentenza del 18 marzo 1992, n. 3204 dove semmai bisogna adottare quei meccanismi che consentono di mantenerli nella soglia di tollerabilità
“in tema di emissione di gas, vapori, fumi atti ad offendere, molestare o imbrattare i vicini, tali immissioni possono essere autorizzate soltanto entro i limiti della tollerabilità normale, e quindi previa adozione delle misure necessarie ad evitare il superamento ditali limiti o di quelli imposti da specifiche normative (regolamento condominiale)”.
Per tornare al caso del barbecue dell’inquilino al primo piano, la prima cosa da fare è verificare se sussistono divieti nel regolamento condominiale che impediscano tali attività.
In secondo luogo, prima di intraprendere una causa e lasciare che la questione venga decisa dal giudice – con tutti i tempi e i costi che ciò implicherebbe – le parti in contesa dovrebbero assumere un atteggiamento critico, valutando, in modo obiettivo e imparziale, se il fumo debba ritenersi particolarmente intenso, tale da costringere gli altri condomini a chiudere le finestre, per evitare di rendere irrespirabile l’aria.
In tal caso, l’amministratore deve intervenire per assicurare il miglior godimento delle parti comuni a ciascun condomino, sottoponendo la questione all’assemblea per le opportune decisioni, posto che – salvo espresso mandato dall’assemblea, conferito con la maggioranza degli intervenuti oltre i 500 millesimi – egli non può agire giudizialmente per ottenere la inibitoria delle immissioni e per il risarcimento dei danni.
Il che non toglie che i condomini danneggiati possano agire singolarmente – cioè in via autonoma, senza bisogno dell’amministratore – per l’eliminazione delle immissioni e per il risarcimento.
ma non si puoooo
100% non può farlo, solo attici. Digli che il problema è reale per bucato, fumi che entrano in casa, asma, etc. Non ci litigare, ma fagli capire che la prossima volta chiami i vigili.
Sono sicuro che esiste un articolo sull'inquinamento olfattivo al pari di quello acustico, non ricordo il Nr art. C.P. ma un Avvocato scriverà una diffida al tuo vicino. Capisco il tuo disagio, è successo anche da me, un rumeno con la sua compagnia organizzavano barbecue ogni 3x2, poi per mia fortuna sono andati via dall'appartamento.
Il puzzo di carni suine bruciacchiate si diffondevano in tutto il quartiere, pensavano di essere in campagna e le riunioni erano sempre più numerose. I rumeni e gli ucraini ce l'hanno proprio come abitudine festiva un favoloso barbecue con wodka, birre e grappe.