Mi serveribbero delle informazioni circa l'equipaggiamento del legionario con Germanico, generale di Tiberio. E, se potete, qualche informazione in più sulla battaglia di Idistavisio, la rivincita su Teutoburgo. Grazie!
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16 - Battaglia di Idistaviso - Germanico vendica la sconfitta di Teutoburgo sconfiggendo i Germani di Arminio.
L’abbigliamento tipico maschile è una semplice tunica lunga fino a sotto il ginocchio con o senza maniche, solitamente di colore bianco grezzo.
I militari si distinguono per la cinta militare (cingulum) e i tipici sandali chiodati (caligae), usano un mantello rettangolare (sagum) portato allacciato con una spilla o una specie di poncho con cappuccio (paenula).
La tradizione bellica romana è incentrata principalmente sulla fanteria da mischia, in grado di sviluppare anche un potente "attacco da lancio" a breve distanza (pila e giavellotti).
Le truppe di tiratori veri e propri (funditores, sagittarii, ecc.) e quelle di cavalleria sono spesso costituite da truppe ausiliarie e alleate.
L'armamento tipico del legionario pesante è scutum (grande scudo convesso di forma rettangolare o ovale), gladius (spada corta o di medie dimensioni) e pilum (giavellotto con una lunga e sottile punta metallica in grado di perforare gli scudi colpiti).
Le truppe leggere e quelle ausiliarie non utilizzano scutum e pila ma parma (scudo tondo) o scudi ovali e giavellotti.
La lancia (hasta) non è particolarmente diffusa tra le truppe legionarie ma comunque utilizzata, specialmente tra gli ausiliari.
Le Armature metalliche comprendono principalmente Lorica "Segmentata" (a bande metalliche), Lorica Hamata (a maglia di anelli) e Lorica Squamata (a scaglie metalliche); sono inoltre utilizzate anche armature di cuoio rigido e pesante.
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Battaglia di Idistaviso
La battaglia di Idistaviso è da considerarsi come la risposta romana ai Germani, in seguito alla sconfitta subita da Varo, nel 9 nella battaglia di Teutoburgo. Nel 16, il legato imperiale Germanico riuscì a battere Arminio in due grandi battaglie: la prima nella piana di Idistaviso, la seconda di fronte al Vallo angrivariano, entrambe tra la riva destra del fiume Visurgi (attuale Weser), le colline circostanti, la grande foresta germanica e le paludi più a nord.
Contesto storico
Dopo la disfatta di Publio Quintilio Varo nella foresta di Teutoburgo, i Romani avevano deciso di abbandonare la nuova provincia di Germania, ad est del fiume Reno. Seguirono due anni di campagne, sotto l'alto comando di Tiberio (a cui partecipò anche lo stesso Germanico), nel 10 ed 11 d.C., volte a scongiurare una possibile invasione germanica ed a prevenire possibili sommosse tra le popolazioni delle province galliche. Tiberio, una volta succeduto ad Augusto, era deciso a seguire la politica del suo predecessore, mantenendo i confini al Reno e abbandonando definitivamente il progetto di annessione della Germania se il figlio adottivo, Germanico, inviato come proconsole della Gallia per un censimento, spinto dal desiderio e dall'ossessione di voler emulare il padre, Druso, decideva, di sua iniziativa, di riprendere le azioni militari contro le popolazioni germaniche, invedendone i loro territori.
Battaglia
Preludio alla prima battaglia
Germanico, che aveva raggiunto il fiume Visurgi, all'altezza della'attuale località di Minden, proveniente dal fiume Amisia più ad occidente, trovò i Germani schierati a battaglia sulla sponda destra del fiume.
Egli, ritenendo poco prudente mandare le legioni allo sbaraglio, senza prima aver costruito i necessari ponti e disposti i relativi presidi, decise di mandare in avanscoperta la cavalleria. La guidavano Stertinio ed Emilio, uno dei centurioni primipili delle 8 legioni, i quali furono divisi in due colonne, poste in luoghi sufficientemente distanziati, per evitare di essere schiacciati dall'esercito nemico in un sol punto e dividerne le forze.
Cariovaldo, capo dei Batavi (alleati dei Romani), una volta attraversato il fiume, si mise all'inseguimento dei Cherusci senza minimamente sospettare si trattasse di una tattica per attirarlo in un'imboscata. I Germani avevano, infatti, simulato una fuga per attiralo in una piana lontana dalle legioni e circondata da boschi. Ed una volta raggiunta, balzarono fuori travolgendo i Batavi ancora increduli. La ritirata fu inevitabile, ma i Cherusci chiusero ogni varco agli alleati romani, che provarono prima a disporsi in cerchio, mentre i Germani lanciando da lontano numerosi dardi, procuravano continue perdite tra le file dei Batavi.
Cariovaldo, esasperato dalla situazione, decise di riprendere la strada delle linee romane, provando a sfondare l'assedio nemico, ma il tentativo si rivelò disperato, tanto che lo stesso comandante dei Batavi, una volta sbalzato dal cavallo, fu sopraffatto dai dardi, mentre attorno a lui cadevano molti nobili della sua tribù. Fu solo grazie all'intervento della cavalleria di Stertinio ed Emilio che le rimanenti truppe batave riuscirono a salvarsi.
Varcato il Visurgi, Germanico venne a sapere da un disertore il luogo scelto da Arminio per la battaglia e che nella notte i Germani avrebbero tentato un assalto all'accampamento romano. Ed infatti al calar della notte, dopo la mezzanotte, ci fu l'assalto al campo, ma i Germani furono costretti a desistere dopo poco, avendo appreso che le coorti legionarie erano disposte dietro le difese e le sorvegliavano, senza che vi fosse nessun punto incustodito.
Il campo di battaglia [modifica]
La campagna militare di Germanico nel 16 d.C.La mattina seguente i soldati romani erano talmente impazienti di combattere contro il nemico germano, che furono condotti nella piana di Idistaviso, che si estende tra il fiume Visurgi e le colline, a seconda delle anse del fiume ed del protendersi dei vicini colli. Alle spalle dei Germani si vedeva una fitta foresta con alberi altissimi e priva di sottobosco.
Ordine di battaglia [modifica]
I Germani occuparono la piana, alle cui spalle si stendeva la fitta foresta, mentre solo i Cherusci di Arminio, si sistemarono sui colli circostanti, per precipitarsi dall'alto contro il lato destro dello schieramento romano.
I Romani disposero le proprie truppe, in modo da conservare lo stesso ordine di marcia:
lungo la prima linea gli ausiliari galli e germani;
dietro di loro gli arcieri appiedati;
seguiti da quattro legioni;
più dietro due coorti di pretoriani, che accompagnavano Germanico ed alle cui ali si trovava un corpo scelto di cavalleria ausiliaria;
da ultimo, le altre quattro legioni,
poi ancora la fanteria leggera e gli arcieri a cavallo e le altre coorti alleate.
I Romani adottavano, pertanto, una formazione simmetrica rispetto al fronte d'attacco, per evitare di essere col