"Se vedersi, conversare e stare insieme non ci sono più, la passione d'amore finisce"
Aggiornamento:Moriarty permettimi di non condividere che l'amore non riguarda il cervello, direi anche altre cose., oltre al cervello, ma qui si parla di non vedersi, nè parlare nè stare più insieme che amore vuoi che rimanga in situazioni del genere?
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MOLTO BELLA
In realtà questa citazione (non tradotta molto letteralmente) è tratta da La lettera sulla felicità (a Meneco) e sinceramente non parla propriamente di amore anzi....
Meneceo,
Non si è mai troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità . A qualsiasi età è bello occuparsi del benessere dell'anima. Chi sostiene che non è ancora giunto il momento di dedicarsi alla conoscenza di essa, o che ormai è troppo tardi, è come se andasse dicendo che non è ancora il momento di essere felice, o che ormai è passata l'età . Da giovani come da vecchi è giusto che noi ci dedichiamo a conoscere la felicità . Per sentirci sempre giovani quando saremo avanti con gli anni in virtù del grato ricordo della felicità avuta in passato, e da giovani, irrobustiti in essa, per prepararci a non temere l'avvenire. Cerchiamo di conoscere allora le cose che fanno la felicità , perché quando essa c'è tutto abbiamo, altrimenti tutto facciamo per averla.
Pratica e medita le cose che ti ho sempre raccomandato: sono fondamentali per una vita felice. Prima di tutto considera l'essenza del divino materia eterna e felice, come rettamente suggerisce la nozione di divinità che ci è innata. Non attribuire alla divinità niente che sia diverso dal sempre vivente o contrario a tutto ciò che è felice, vedi sempre in essa lo stato eterno congiunto alla felicità . Gli dei esistono, è evidente a tutti, ma non sono come crede la gente comune, la quale è portata a tradire sempre la nozione innata che ne ha. Perciò non è irreligioso chi rifiuta la religione popolare, ma colui che i giudizi del popolo attribuisce alla divinità . [...]
Non esiste nulla di terribile nella vita per chi davvero sappia che nulla c'è da temere nel non vivere più. Perciò è sciocco chi sostiene di aver paura della morte, non tanto perché il suo arrivo lo farà soffrire, ma in quanto l'affligge la sua continua attesa. Ciò che una volta presente non ci turba, stoltamente atteso ci fa impazzire. La morte, il più atroce dunque di tutti i mali, non esiste per noi. Quando noi viviamo la morte non c'è, quando c'è lei non ci siamo noi. Non è nulla né per i vivi né per i morti. Per i vivi non c'è, i morti non sono più. Invece la gente ora fugge la morte come il peggior male, ora la invoca come requie ai mali che vive.
Il vero saggio, come non gli dispiace vivere, così non teme di non vivere più. La vita per lui non è un male, né è un male il non vivere. Ma come dei cibi sceglie i migliori, non la quantità , così non il tempo più lungo si gode, ma il più dolce. [...]
Sè così convinto perché non se ne va da questo mondo? Nessuno glielo vieta se è veramente il suo desiderio. Invece se lo dice così per dire fa meglio a cambiare argomento. Ricordiamoci poi che il futuro non è del tutto nostro, ma neanche del tutto non nostro. Solo così possiamo non aspettarci che assolutamente s'avveri, né allo stesso modo disperare del contrario. Così pure teniamo presente che per quanto riguarda i desideri, solo alcuni sono naturali, altri sono inutili, e fra i naturali solo alcuni quelli proprio necessari, altri naturali soltanto. Ma fra i necessari certi sono fondamentali per la felicità , altri per il benessere fisico, altri per la stessa vita.
Ecc.
Dunque direi che hai scelto veramente una frase che limita e circoscrive il pensiero di Epicuro in mere "chiacchiere"
ecco spiegate le mie son fatte ciuffole;) XDDhahahaaha sapevo che finiva cosi;)XDD
bellissima frase,bellissima verità ;):)
ciao Wania:)
la giudico Lapalissiana :)
Direi una frase vera..
Condivido.
Ammiro Epicuro, infatti sul mio profilo ho una sua frase; Be', per una volta non concordo con questo saggio.La passione d'amore interessa altri organi, non il cervello.