Nel sonetto viene sottolineato il contrasto tra leggerezza paterna e pesantezza materna, attuando un rovesciamento del ruolo maschile con quello femminile: infatti per l’autore la madre ricopriva il ruolo dell’autorità inflessibile e della punizione (per solito attributo del padre) e il padre il ruolo della trasgressione, della fuga e del piacere.
Mentre la madre sentiva tutti i pesi della vita, il padre è definito come un bambino, «dolce e astuto, gaio e leggero»; curioso e capace di stupirsi: tutto quanto si avvicina al «dono» della poesia proviene all’autore dal padre stesso.
A causa del suo comportamento trasgressivo, dell’abbandono della famiglia, dei molti viaggi e delle tante donne avute, la moglie si riferiva al marito con l’appellativo di «assassino» e incitava l’autore a non diventare come il padre (in tal modo veniva delineato un modello pedagogico negativo).
Infine «eran due razze in antica tenzone» spiega la conflittualità nel rapporto tra madre e padre, ulteriormente complicato dalla diversa appartenenza religiosa: la madre ebraica e il padre cristiano. E quella conflittualità il poeta la rivive in prima persona, tra le due anime che convivono dentro di sé.
Nel primo enunciato, Saba descrive subito l’odio che provò per il padre, usando soprattutto l’aggettivo "assassino". Inoltre spiega che il dono di scrivere poesie lo ha avuto dal padre stesso.
Nel secondo enunciato, cioè nella seconda strofa, l’autore racconta in brevi parole come era il padre e cosa fece: aveva gli occhi di colore azzurrino, come i suoi, un "sorriso dolce e astuto" e andò vagabondando per il mondo incontrando più di una donna che lo ha amato e mantenuto.
Nel terzo enunciato, cioè nella prima terzina, il noto poeta mette a confronto i caratteri contrastanti della madre e del padre: la madre era sempre preoccupata e pessimista, mentre il padre era sempre allegro, semplice e facilone (leggero); la donna allora non lo seppe più controllare e il padre sfuggì al suo controllo, come sfugge un pallone dalle mani di un bambino.
Nell’ultimo enunciato, cioè nella seconda terzina, il poeta riporta il continuo ammonimento della madre di non diventare mai come il padre; ma, annota l’autore, la cosa non andò così (vedi I enunciato). Negli ultimi due versi dice che più tardi sentì dentro di sé che erano due razze in un contrasto da sempre esistito: la madre era ebrea e il padre veneziano (più pessimista l’ebreo, più ottimista il veneziano).
Answers & Comments
Verified answer
Nel sonetto viene sottolineato il contrasto tra leggerezza paterna e pesantezza materna, attuando un rovesciamento del ruolo maschile con quello femminile: infatti per l’autore la madre ricopriva il ruolo dell’autorità inflessibile e della punizione (per solito attributo del padre) e il padre il ruolo della trasgressione, della fuga e del piacere.
Mentre la madre sentiva tutti i pesi della vita, il padre è definito come un bambino, «dolce e astuto, gaio e leggero»; curioso e capace di stupirsi: tutto quanto si avvicina al «dono» della poesia proviene all’autore dal padre stesso.
A causa del suo comportamento trasgressivo, dell’abbandono della famiglia, dei molti viaggi e delle tante donne avute, la moglie si riferiva al marito con l’appellativo di «assassino» e incitava l’autore a non diventare come il padre (in tal modo veniva delineato un modello pedagogico negativo).
Infine «eran due razze in antica tenzone» spiega la conflittualità nel rapporto tra madre e padre, ulteriormente complicato dalla diversa appartenenza religiosa: la madre ebraica e il padre cristiano. E quella conflittualità il poeta la rivive in prima persona, tra le due anime che convivono dentro di sé.
Nel primo enunciato, Saba descrive subito l’odio che provò per il padre, usando soprattutto l’aggettivo "assassino". Inoltre spiega che il dono di scrivere poesie lo ha avuto dal padre stesso.
Nel secondo enunciato, cioè nella seconda strofa, l’autore racconta in brevi parole come era il padre e cosa fece: aveva gli occhi di colore azzurrino, come i suoi, un "sorriso dolce e astuto" e andò vagabondando per il mondo incontrando più di una donna che lo ha amato e mantenuto.
Nel terzo enunciato, cioè nella prima terzina, il noto poeta mette a confronto i caratteri contrastanti della madre e del padre: la madre era sempre preoccupata e pessimista, mentre il padre era sempre allegro, semplice e facilone (leggero); la donna allora non lo seppe più controllare e il padre sfuggì al suo controllo, come sfugge un pallone dalle mani di un bambino.
Nell’ultimo enunciato, cioè nella seconda terzina, il poeta riporta il continuo ammonimento della madre di non diventare mai come il padre; ma, annota l’autore, la cosa non andò così (vedi I enunciato). Negli ultimi due versi dice che più tardi sentì dentro di sé che erano due razze in un contrasto da sempre esistito: la madre era ebrea e il padre veneziano (più pessimista l’ebreo, più ottimista il veneziano).
http://scuolalieta.it/anto_ita/testi_af/saba_1.htm
nn lo so mi dispiace
come facciamo ad aiutarti senza il testo della poesia??