Sviluppando un argomento già presente negli ultimi dialoghi platonici, Aristotele sostiene che la materia non può avere in se stessa la causa del proprio movimento. Dunque tutto ciò che si muove, è necessariamente messo in moto da qualcos'altro. Questo qualcos'altro, poi, se è anch'esso in movimento, è mosso da altro ancora (come la pietra è mossa dal bastone, che è mosso dalla mano, che è mossa dall'uomo). Orbene, in questo processo di rimandi non si può procedere all'infinito perché altrimenti rimarrebbe inspiegato il movimento iniziale, dalla cui constatazione siamo partiti. Non potendo così andare all'infinito, vi devono essere dei principi, ovvero dei motori immobili a cui fanno capo i vari movimenti e, a maggior ragione, vi deve essere un principio primo e immobile, un Primo Motore Immobile, a cui fa capo tutto il movimento. Per Aristotele questo Motore Immobile è Dio stesso, a cui il filosofo attribuisce anche altre caratteristiche. Prima di tutto Dio deve essere un atto puro, cioè un atto senza potenza, giacché la potenza è la possibilità di cambiamento mentre Dio, se è Motore Immobile, non può essere sottoposto al mutamento. Inoltre Dio deve anche essere forma pura o sostanza incorporea perché è appunto privo di materia.
Alla domanda: come può il Primo Motore muovere restando immobile? Aristotele dice che esso non muove come una causa efficiente, dando un impulso, ma muove come causa finale, cioè come 'un oggetto d'amore'. In altre parole, il Primo Motore muove come l'oggetto d'amore attrae l'amante, pur restando immobile. Dio è la Perfezione che, come una calamita, attira e quindi muove il mondo. Di conseguenza, l'universo è una sorta di sforzo della materia verso Dio e quindi, in pratica, un desiderio incessante di prendere 'forma', Non è tanto Dio che dà forma al mondo, ma è piuttosto il mondo che, aspirando a Dio, si auto-ordina (non si dimentichi che per i Greci l'universo non è creato, non ha avuto origine, sussiste da sempre).
Un'altra caratteristica del Dio aristotelico è che è vivente. Ma di quale tipo di vita? Quella che per Aristotele è la più perfetta, quella che all'uomo è possibile solo per breve tempo, e cioè la vita del puro pensiero, della contemplazione (theoria). E che cosa contempla Dio? Non può che contemplare la cosa più perfetta e quindi... contempla se stesso: egli pensa se stesso, è 'pensiero di pensiero'. Si noti che Dio non è però unico. Per i Greci era 'divino' tutto ciò a cui si può attribuire l'eternità e l'incorruttibilità, per cui sono divine molte cose, come le sostanze soprasensibili, l'anima razionale dell'uomo e anche i motori dei cieli. Aristotele pensava infatti che il cielo fosse in realtà costituito da moltissime (da 47 a 55) sfere celesti, ognuna delle quali veniva mossa da una intelligenza motrice, che era dunque divina, analoga al Primo Motore ma inferiore a lui, anzi inferiori le une alle altre, come sono gerarchicamente inferiori le sfere che, una dopo l'altra, sono tra le stelle fisse e la terra. E si ricordi, in ultimo, che il Dio di Aristotele non è né creatore e né provvidenza. Esso non crea il mondo dal nulla (questa è una concezione ebraico-cristiana) visto che il mondo è eterno; non conosce e non ama il mondo giacché l'amore è visto come una imperfezione, in quanto è la tendenza a ricercare ciò di cui abbiamo bisogno (ricordate Platone?) mentre, se Dio è perfetto, non può avere bisogno di nulla e quindi non può amare. Il Dio di Aristotele è insomma una statica perfezione che si bea eternamente di se stessa.
in due parole è motore immobile che muove senza essere mosso a sua volta da nulla. e in quanto tale è principio primo di tutte le cose, poichè si pone alla base di tutto.
dio si esclude dalla catena di causalità .
in altri termini, ogni cosa si muove perchè è mossa da qualcos'atro, e quel qualcos'altro a sua volta sI muove perchè c'è una terza forza che lo muove, la quale a sua volta è mossa da qualcos'altro e così via. dio no.
DIO è PRIMO MOTORE IMMOBILE PERCHè MUOVE SENZA ESSERE MOSSO
Aristotel dimostra l'esistenza di Dio attraverso la teoria del motore immobil.
Egli osserva che tutto ciò che si muove è mossa da altro(il dito è mosso dalla mano,la mano dal braccio...)e sostien che ci deve essere necessariamente un essere che muove tutto senza esser mosso da nessun altro o da nient'altro: un motore immobile,un motore che muove senza essere mosso.
nella concezione antica tutto ciò che è mosso deve essere mosso da qualcos'altro. se però ogni cosa che è mossa si muove grazie a qualcos'altro, risalendo all'infinito nel vedere le cause delle cause, Aristotele sostiene che ci deve essere qualcosa di fermo inizialmente da cui si origina il movimento, cioè un principio primo immobile, un motore che fa muovere motore che fa muovere tutti gli enti verso di lui, che è la causa finale dell'universo.
Questo Primo Motore è Dio e non è soggetto al divenire che corrompe, immobile quindi e nello stesso tempo forza d'attrazione del mondo che va verso di lui.
Dio infine, che esercita la più alta e nobile attività degli enti: il pensare; Dio quindi pensa solo ciò che è più alto e perfetto, quindi se stesso, perciò si definisce anche pensiero di pensiero.
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Sviluppando un argomento già presente negli ultimi dialoghi platonici, Aristotele sostiene che la materia non può avere in se stessa la causa del proprio movimento. Dunque tutto ciò che si muove, è necessariamente messo in moto da qualcos'altro. Questo qualcos'altro, poi, se è anch'esso in movimento, è mosso da altro ancora (come la pietra è mossa dal bastone, che è mosso dalla mano, che è mossa dall'uomo). Orbene, in questo processo di rimandi non si può procedere all'infinito perché altrimenti rimarrebbe inspiegato il movimento iniziale, dalla cui constatazione siamo partiti. Non potendo così andare all'infinito, vi devono essere dei principi, ovvero dei motori immobili a cui fanno capo i vari movimenti e, a maggior ragione, vi deve essere un principio primo e immobile, un Primo Motore Immobile, a cui fa capo tutto il movimento. Per Aristotele questo Motore Immobile è Dio stesso, a cui il filosofo attribuisce anche altre caratteristiche. Prima di tutto Dio deve essere un atto puro, cioè un atto senza potenza, giacché la potenza è la possibilità di cambiamento mentre Dio, se è Motore Immobile, non può essere sottoposto al mutamento. Inoltre Dio deve anche essere forma pura o sostanza incorporea perché è appunto privo di materia.
Alla domanda: come può il Primo Motore muovere restando immobile? Aristotele dice che esso non muove come una causa efficiente, dando un impulso, ma muove come causa finale, cioè come 'un oggetto d'amore'. In altre parole, il Primo Motore muove come l'oggetto d'amore attrae l'amante, pur restando immobile. Dio è la Perfezione che, come una calamita, attira e quindi muove il mondo. Di conseguenza, l'universo è una sorta di sforzo della materia verso Dio e quindi, in pratica, un desiderio incessante di prendere 'forma', Non è tanto Dio che dà forma al mondo, ma è piuttosto il mondo che, aspirando a Dio, si auto-ordina (non si dimentichi che per i Greci l'universo non è creato, non ha avuto origine, sussiste da sempre).
Un'altra caratteristica del Dio aristotelico è che è vivente. Ma di quale tipo di vita? Quella che per Aristotele è la più perfetta, quella che all'uomo è possibile solo per breve tempo, e cioè la vita del puro pensiero, della contemplazione (theoria). E che cosa contempla Dio? Non può che contemplare la cosa più perfetta e quindi... contempla se stesso: egli pensa se stesso, è 'pensiero di pensiero'. Si noti che Dio non è però unico. Per i Greci era 'divino' tutto ciò a cui si può attribuire l'eternità e l'incorruttibilità, per cui sono divine molte cose, come le sostanze soprasensibili, l'anima razionale dell'uomo e anche i motori dei cieli. Aristotele pensava infatti che il cielo fosse in realtà costituito da moltissime (da 47 a 55) sfere celesti, ognuna delle quali veniva mossa da una intelligenza motrice, che era dunque divina, analoga al Primo Motore ma inferiore a lui, anzi inferiori le une alle altre, come sono gerarchicamente inferiori le sfere che, una dopo l'altra, sono tra le stelle fisse e la terra. E si ricordi, in ultimo, che il Dio di Aristotele non è né creatore e né provvidenza. Esso non crea il mondo dal nulla (questa è una concezione ebraico-cristiana) visto che il mondo è eterno; non conosce e non ama il mondo giacché l'amore è visto come una imperfezione, in quanto è la tendenza a ricercare ciò di cui abbiamo bisogno (ricordate Platone?) mentre, se Dio è perfetto, non può avere bisogno di nulla e quindi non può amare. Il Dio di Aristotele è insomma una statica perfezione che si bea eternamente di se stessa.
ti lascio il sito
in due parole è motore immobile che muove senza essere mosso a sua volta da nulla. e in quanto tale è principio primo di tutte le cose, poichè si pone alla base di tutto.
dio si esclude dalla catena di causalità .
in altri termini, ogni cosa si muove perchè è mossa da qualcos'atro, e quel qualcos'altro a sua volta sI muove perchè c'è una terza forza che lo muove, la quale a sua volta è mossa da qualcos'altro e così via. dio no.
DIO è PRIMO MOTORE IMMOBILE PERCHè MUOVE SENZA ESSERE MOSSO
In aggiunta posso dire che Dio come motore immobile puoi paragonarlo ad una calamita che attrae tutti gli oggetti a sè restando ferma.
Aristotel dimostra l'esistenza di Dio attraverso la teoria del motore immobil.
Egli osserva che tutto ciò che si muove è mossa da altro(il dito è mosso dalla mano,la mano dal braccio...)e sostien che ci deve essere necessariamente un essere che muove tutto senza esser mosso da nessun altro o da nient'altro: un motore immobile,un motore che muove senza essere mosso.
Questo motore immobile è Dio.
nella concezione antica tutto ciò che è mosso deve essere mosso da qualcos'altro. se però ogni cosa che è mossa si muove grazie a qualcos'altro, risalendo all'infinito nel vedere le cause delle cause, Aristotele sostiene che ci deve essere qualcosa di fermo inizialmente da cui si origina il movimento, cioè un principio primo immobile, un motore che fa muovere motore che fa muovere tutti gli enti verso di lui, che è la causa finale dell'universo.
Questo Primo Motore è Dio e non è soggetto al divenire che corrompe, immobile quindi e nello stesso tempo forza d'attrazione del mondo che va verso di lui.
Dio infine, che esercita la più alta e nobile attività degli enti: il pensare; Dio quindi pensa solo ciò che è più alto e perfetto, quindi se stesso, perciò si definisce anche pensiero di pensiero.