La ragazza mela (Calvino 85), fiaba toscana con la situazione del tutto fantastica dei due re vicini di casa: “Quest’altro Re, un giorno che stava alla finestra, yide sul terrazzo del Re di fronte una bella ragazza bianca e rossa che si lavava e pettnava al sole”.
Al sole, perché l’acqua si intiepidisca? È un accorgimento che si praticava, infatti. Comunque questo Re fa in modo di ottenere per sé la mela da cui alla mattina sguscia fuori la bella apparizione, moltiplicando le occasioni di contemplarla. Un’osservazione: il vagheggiamento di quel corpo femminile dal fresco incarnato lascia capire che la bella si sta lavando integralmente. È la dimostrazione che il lavacro universal del giovin signore si poteva praticare, sia pure in piedi, anche in mancanza di quella rarità, il camerino con acqua corrente.
Esisteva un'altra soluzione, ampiamente documentata dalla poesia popolare fin dal Medioevo e, molto prima, dai miti: quella di buttarsi a fiume o tuffarsi nella fonte più abbordabile. Un codice di leggi longobarde minacciava fior di multe a chi facesse a una donna libera scesa al fiume per lavarsi lo scherzo di sottrarle i panni .se ne può arguire che le serve, poverette, se decidevano di ripulirsi lo facessero a proprio rischio e pericolo. Non per nulla nella fiabistica una delle situazioni canoniche, diffusa con variazioni dalla Siberia alle praterie degli indiani d’America è quella delle oche selvatiche, o altri volatili che si tramutano in donne calando a bagnarsi in una pozza o un laghetto.
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La ragazza mela (Calvino 85), fiaba toscana con la situazione del tutto fantastica dei due re vicini di casa: “Quest’altro Re, un giorno che stava alla finestra, yide sul terrazzo del Re di fronte una bella ragazza bianca e rossa che si lavava e pettnava al sole”.
Al sole, perché l’acqua si intiepidisca? È un accorgimento che si praticava, infatti. Comunque questo Re fa in modo di ottenere per sé la mela da cui alla mattina sguscia fuori la bella apparizione, moltiplicando le occasioni di contemplarla. Un’osservazione: il vagheggiamento di quel corpo femminile dal fresco incarnato lascia capire che la bella si sta lavando integralmente. È la dimostrazione che il lavacro universal del giovin signore si poteva praticare, sia pure in piedi, anche in mancanza di quella rarità, il camerino con acqua corrente.
Esisteva un'altra soluzione, ampiamente documentata dalla poesia popolare fin dal Medioevo e, molto prima, dai miti: quella di buttarsi a fiume o tuffarsi nella fonte più abbordabile. Un codice di leggi longobarde minacciava fior di multe a chi facesse a una donna libera scesa al fiume per lavarsi lo scherzo di sottrarle i panni .se ne può arguire che le serve, poverette, se decidevano di ripulirsi lo facessero a proprio rischio e pericolo. Non per nulla nella fiabistica una delle situazioni canoniche, diffusa con variazioni dalla Siberia alle praterie degli indiani d’America è quella delle oche selvatiche, o altri volatili che si tramutano in donne calando a bagnarsi in una pozza o un laghetto.