Resosi conto dell'impossibilità del suo amore Narciso si lasciò morire. Quando le Naiadi e le Driadi cercarono il suo corpo per poterlo collocare sul rogo funebre, trovarono vicino allo specchio d'acqua il fiore omonimo. POI VEDI TU COME RASSUMERE ;)
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Narciso è una figura mitologica greca, figlio di Cefiso, divinità fluviale, e della ninfa Liriope.
Secondo il mito narrato da Ovidio nelle Metamorfosi Narciso era un bellissimo giovane, di cui tutti, sia donne che uomini, si innamoravano alla follia. Tuttavia Narciso preferiva passare le sue giornate cacciando, non curandosi delle sue spasimanti; tra queste era la ninfa Eco, condannata da Giunone a ripetere le ultime sillabe delle parole che le venivano rivolte, poiché le sue chiacchiere distraevano la dea, impedendole di scoprire gli amori furtivi di Giove. Rifiutata da Narciso la ninfa, consumata dall'amore, si nascose nei boschi fino a scomparire e a restare solo un'eco lontana.
Non solo Eco, ma tutte le giovani ed i giovani disprezzati da Narciso, invocarono la vendetta degli dei. Narciso venne condannato, da Nemesi, ad innamorarsi della sua immagine riflessa nell’acqua. Disperato perché non avrebbe potuto soddisfare la passione che nutriva, si struggeva in inutili lamenti, ripetuti da Eco.
Resosi conto dell'impossibilità del suo amore Narciso si lasciò morire. Quando le Naiadi e le Driadi cercarono il suo corpo per poterlo collocare sul rogo funebre, trovarono vicino allo specchio d'acqua il fiore omonimo. POI VEDI TU COME RASSUMERE ;)
la madre di Narciso era una ninfa, violentata dal fiume Cefìso. Quando Narciso nacque, lei chiese a Tiresia (l'indovino) se sarebbe diventato vecchio. La risposta fu "se non conoscerà se stesso". Ed essa rimase per molto tempo senza senso. Narciso crebbe; poiché era bellissimo, lo desideravano ragazzi, uomini e ragazze, ma lui non si concedeva a nessuno, badava solo alla caccia. La ninfa Eco si innamorò di lui, ma potendo solo ripetere le ultime parole che le si rivolgevano, non poteva dichiararsi. Un giorno però gli va incontro e cerca di abbracciarlo, lui fugge e la rifiuta. Lei per la vergogna e il dolore vive nascosta e dopo un certo tempo rimangono solo la sua voce, e le ossa mutate in sassi. (l'accostamento di Eco e Narciso è solo in Ovidio, puoi anche tralasciarla). Un giorno un amante disprezzato invoca Nemesi e chiede che egli ami e non possa essere ricambiato. La dea lo ascolta. Il ragazzo trova una fonte in un bosco, e si innamora follemente dell'immagine del suo corpo riflessa sull'acqua. Non si muove, non mangia, si indebolisce, si dispera perché non riesce a toccarlo, a baciarlo; poi capisce che è il suo riflesso, ma comunque resta lì a deperire finché non muore sfinito, sull'erba. Un'altra versione lo vuole annegato nella sorgente, nel tentativo di unirsi all'amato. Spero di esserti stato utile.