Non mi interessa l'uso, quello lo conosco. Il fatto è che a me pareva che il suono (per esempio) della "è" fosse più acuto di quello della "é", ma probabilmente mi sbaglio, forse servirebbe un esperto in acustica fonatoria.
Aggiornamento:(continua) ma ciascun fonema è individuabile e ha dei confini rintracciabili, rispetto a lingue fusive come ad esempio il latino? L'agglutinamento/zione non è piuttosto la causa di un fatto fonetico e, nel caso dell'arabo, fonematico, che consiste nell'occlusione della glottide, il cosiddetto "colpo di glottide" o "occlusiva laringale", un fenomeno di giuntura o segno demarcativo in tedesco?
Anche quello che dici nelle ultime righe di sociolinguistica, riguardo alle varietà diastratiche, credo che possa aiutare poco a sciogliere il mistero acuto-chiuso/grave-aperto. E non me ne volere, ma tutto parlano i gionalisti, meno che l'italiano standard!!! che giustamente, forse come dici tu è solo un'idea, piuttosto che una realtà.
Comunque grazie, veramente.
Aggiornamento 3:maruko, potrebbe essere che derivino dai tonemi del greco classico, però non riesco a capire bene, nel senso che non hai spiegato, per quanto possibile (magari puoi anche aggiungere link pertinenti), come avviene questo passaggio che raggiunge risultati curiosamente paradossali. E' proprio tutto il contrario! All'aumento di frequenza e altezza del tono acuto corrisponde un suono più basso e viceversa. Possibile che sia un caso dovuto al mantenimento di una "abitudine"?
Piuttosto, ma non dico che la tua sia la strada errata, o ancora magari le due si intersecano, seguirei il suggerimento aggiunto da tina che parla di trapezio vocalico. (continua)
Aggiornamento 5:Infatti, viaggiando in rete ho trovato un articolo non su questo problema specifico, ma che cito perché interessante: "(…) Vediamo ora in quanti modi possiamo raggruppare i fonemi vocalici dell’italiano standard. Le due dimensioni che risultano evidenti dal trapezio vocalico di p. 1 sono l’elevazione (del dorso della lingua o apertura) e l’avanzamento/arretramento (sempre del dorso della lingua). Cosí, bisecando orizzontalmente il trapezio, abbiamo immediatamente che /ε a ɔ/ sono vocali [piú] basse (o aperte), mentre /i e o u/ sono [piú] alte (o chiuse). (…)"
http://www.achyra.org/matteucci/files/iu.pdf
Quindi effettivamente, potrebbe essere la stessa spiegazione intuitiva,ma ragionata, che ha dato cosimo, prendendo però come spunto dagli ideogrammi!
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Entrambi gli aggettivi "acuto" e "grave" sono poco adatti a descrivere la differenza di pronuncia tra è ed é che invece si distinguono semplicemente per l'apertura: infatti, normalmente si parla di "e aperta" e di "e chiusa".
Questi aggettivi erano invece adatti a descrivere l'accentazione del greco classico che distingueva TONI diversi: quello acuto (tónos oxýs) corrispondeva ad un innalzamento del tono di voce, quello grave (tónos barýs) ad un abbassamento.
Anche se le lingue come l'italiano non fanno questo tipo di distinzione, hanno continuato a mantenere lo stesso nome per riferirsi agli accenti grafici.
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Ops, scusate...mi ritiro umilmente dalla discussione perché ho finito le risorse (^.^')
L'ipotesi degli ideogrammi e quella della posizione nel trapezio vocalico mi sembrano convincenti.
Aspetto con voi qualche altra illuminazione.
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Ok, rientro nella discussione (^_^)
Se volete vedere esattamente com'è la posizione della lingua quando si pronuncia una è ed una é cercate l'immagine (orogramma) corrispondente in questo pdf: http://venus.unive.it/canipa/pdf/HPh_08_Vowels.pdf
(l'intera raccolta di orogrammi è più o meno a metà del documento)
Mi sembra che la differenza sia minima, quindi l'attribuzione dell'uno o dell'altro accento probabilmente non deriva dall'articolazione fonetica. Che ne dite?
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Ritorno alla mia teoria iniziale e cerco di riesporla, perché effettivamente ho tralasciato qualche passaggio logico.
L'accento grave indicava un abbassamento del tono della voce e il simbolo \ ha proprio un andamento discendente.
L'accento acuto indicava un innalzamento del tono della voce e il simbolo / ha proprio un andamento crescente.
La nostra lingua non fa distinzioni di tono, quindi cos'è successo? Qualcuno ha preso accento grave \ e accento acuto / e li ha usati per indicare rispettivamente:
- un abbassamento della lingua (anziché del tono di voce) con corrispondente maggiore apertura (infatti "è" si dice "aperta")
- un innalzamento della lingua con corrispondente maggiore chiusura (infatti "é" si dice chiusa).
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Stavo pensando che anche i nostri cugini francesi dànno ad accent aigu e accent grave gli stessi valori che gli diamo noi, quindi sarebbe interessante verificare se qualcuno di loro si è posto la stessa domanda o se qualcuno è in grado di illuminarci.
Comunque, complimenti per la domanda perché nessun altro fino ad ora, in tutta la mia carriera, seppure breve, di answerista/answerino/answeriano (non so più come si dice), è riuscito a coinvolgermi come hai fatto tu.
Baci
Vedo gli accenti come ideogrammi. Voglio precisare che è soltanto il mio modo di interpretarli: non so se abbia alcuna valenza scientifica. Può darsi che sia un puro caso.
Per me, ha a che fare con la lingua, precisamente con quella parte della lingua che si avvicina di più al palato. Quando si articola la e-chiusa /é/, è la punta della lingua che si avvicina di più al palato, vicino ai denti, quindi la lingua punta in su; quando invece si articola la e-aperta /è/, è la parte posteriore della lingua che si alza di più, verso il retrobocca, quindi la lingua punta in giù.
Dunque, vedo l’accento come un ideogramma della lingua nella bocca in sezione trasversale, vista dalla retrobocca alla sinistra ai denti a destra. Quest’immagine l’ho usata per imparare come leggere l’italiano!
ciao io provo a risponderti, i nomi assegnati sono semplicemente delle convenzioni in base al significato che assumono nella lingua italiana.
Ora dipende anche dal nostro organo fonatorio (bocca) e lo sviluppo che la nostra lingua ha avuto con il passare del tempo. Infatti una persona che non è a conoscienza della glottologia distinguerà la semplice esistenza di 5 vocali nella lingua italiana (a, e, i, o, u) mentre la fonologia ne riconosce ben 7: a, e, ɛ (e aperta), i, o, ɔ (o aperta), u.
In altre lingue aumentano ancora e addirittura troverai anche le aggluttinanti, che risultano quasi impossibili da pronunciare in italiano.
Una lingua di queste è il tedesco che richiede un l'agluttinamento alll'inizio di una parola iniziante per vocale quando preceduta da un articolo per esempio in modo da distinguere le due parole (die 'Augen).
L'aggluttinamento è un'interruzione dell'aria a livello della glottide prima che questa raggiunga la bocca.
Ora comunque ciò che tu pronunci non è detto sia l'italiano corretto infatti il cosìddetto "italiano standard" è + facile sentirlo parlato da giornalisti, organi di una certa elevatura anche istituzionale, ma di per sè rimane una convenzione perchè la maggior parte della gente comune parla con influenze regionali.
Mi dispiace rispondere in parte alla tua domanda perchè purtroppo così posta come l'hai fatta tu trova difficoltà nella risposta.
Perchè l'accento è grave o acuto e si chiami così è semplice convenzione ripeto, è come dire perchè (anche se non so il tuo nome) tu ti chiami Alice!
Così è stato chiamato dai linguisti e noi ci adeguiamo
Allora aggiungo ciò che ho tralasciato e diciamo dà in parte ragione a Cosimo in quanto esiste il cosìddetto TRAPEZIO fonetico che si applica per capire dove vengono diciamo sviluppate le vocali. Qui puoi trovare il grafico delle vocali ed una spiegazione + dettagliata:
http://www.achyra.org/matteucci/files/iu.pdf
http://www.italicon.it/modulo.asp?M=m00306&S=4&P=4
ho un altro link che può aiutarti, riguarda l'IPA e le convenzioni che hanno fatto in modo di creare questo alfabeto fonologico per poter rappresentare appunto i suoni in maniera scritta:
http://en.wikipedia.org/wiki/International_Phoneti...
E' appunto il linguaggio che trovi nei dizionari tra parentesi quadre.
Questa la sua storia:
Nel 1886 un gruppo di insegnanti francesi ed inglesi, capeggiati da un linguista francese Paul Passy, formò ciò che sarebbe diventato famoso come (dal 1897 in poi) Associazione Fonetica Internazionale. L'alfabeto originale era basato sulla riforma dello spelling per l'inglese conosciuto come alfabeto romico, ma per renderlo utile alle altre lingue, i valori dei simboli variano consentendo il passaggio da un idioma all'altro.(...)
Dal momento della sua creazione, l'IPA ha subito diverse revisioni. Dopo le maggiori revisioni ed espansioni nel 1900 e nel 1932, l'IPA è rimasto uguale fino alla Convenzione di Kiel. (...)
Ho fatto una piccola traduzione di quello che ho trovato su wikipedia, spero tu sappia l'inglese così ti leggi tutto sul link
-gli aggettivi grave e acuto si riferiscono al tipo di accento;
-chiuso/aperto si riferisce alla qualità del suono vocalico, non all' accento in sé. hai già letto le cose più importanti sulla classificazione dei suoni vocalici, per renderti conto basta fare attenzione alla pronuncia dei suoni "e" /"o" di alcune parole italiane (e per le E il francese). In breve, x distinguere basta fare attenzione all'apertura delle labbra quando si pronunciano i due suoni differenti di quella vocale